14-02-2022 ore 11:42 | Cultura - Arte
di Chiara Grossi

Castelleone. Alice nella città, due giorni tra surrealismo e percorsi tra mare e campagna

Nel weekend abbiamo seguito la “due giorni” di Alice nella città, inserita nella rassegna Community reading e nel più ampio progetto Alice Community House, cofinanziato dalla Fondazione Cariplo; ed è stato un bel successo di pubblico per le due esibizioni, trasmesse anche in diretta sulla pagina Facebook dell’associazione, per cercare di raggiungere anche chi in questo momento non è nelle condizioni di assistere a spettacoli dal vivo.

 

Surrealistic Trick

Venerdì 11 febbraio spazio all’ultima performance audio-visiva del clarinettista Marco Motta, Surrealistic Trick. L’artista ha aperto la scena mettendoci a disposizione alcuni spunti teorici relativi alla sua creatura, per permettere al pubblico una comprensione diretta di ciò che presenterà sotto il cappello del surrealismo. Stupito di quanto Alice nel paese delle meraviglie fosse stato d’ispirazione per numerosi artisti e pittori d’avanguardia, Motta ha deciso di dedicarle un viaggio personale. Attraverso sassofono baritono, tenore e clarinetto ha trasportato il pubblico in una dimensione onirica di grande impatto, decisamente psichedelica e a tratti carica dell’inquietudine propria della tensione musicale. Sonorizzando le elaborazioni video create da lui stesso, costruite a partire quadri e forme di pittori quali Salvador Dalì, ha raccontato la storia di Alice per capitoli, come tratti di un percorso onirico che segue i punti salienti della trama del romanzo di Lewis Carroll. In questo modo, ogni sfumatura sonora e visiva racconta e crea ritmi scanditi e armonie fuori dall’ordinario, lasciando lo spettatore stupito una volta tornato alla realtà.

 

Il collettivo Pezzi Fluttuanti

Sabato 12 febbraio, con il collettivo Pezzi Fluttuanti percorsi di tutt’altra natura. I racconti brevi di Davide Scaramuzza, voce narrante insieme a un’esordiente Moira Sangiovanni, hanno tenuto traccia di percorsi tra mare e campagna, accompagnati dalle armonie vellutate di Roberto Cava e Rino Villano. Di una dolcezza disarmante, le storie raccontate non vanno oltre la quotidianità che accomuna tutti, pur creando un velo di straordinaria comunione tra le piccole cose che ci circondano e il senso che possiedono nella loro semplice presenza. La strada tra Pieranica e Quintano, questo il titolo dell’antologia vocale, sconfina quindi tra lo spazio, il tempo e il significato, mantenendoci con cura, stretti, in un abbraccio di voci amiche. Il legame degli artisti in scena è tanto tangibile quanto genuino, di cuore e di pancia. Ogni, sguardo, ogni risata, ogni segno di commozione, ogni piccolo errore sono punti necessari e preziosi della loro narrazione. E grazie a tutto questo, la loro narrazione diventa la nostra, di tutti i presenti, di tutti gli ascoltatori. Un progetto così teneramente custodito e allo stesso tempo condiviso nella sua sincerità è un piccolo e raro dono.

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