13-06-2025 ore 20:38 | Cultura - Teatro
di Annamaria Carioni

Un musical per l’anima: tra la danza e la fede, in scena a Crema il messaggio di Madre Teresa

Madre Teresa di Calcutta è la piccola, grande donna del ventesimo secolo: nata nel 1910 a Skopje nella Macedonia del Nord, beatificata da Giovanni Paolo II nel 2003 e canonizzata da Papa Francesco nel 2016, incarna il simbolo universale della carità e della dedizione verso gli ultimi. Raccontare la sua vita e il suo pensiero attraverso uno spettacolo teatrale non era impresa facile, ma Teatro Danza Arcadia e U.S. Acli Crema, due realtà attive nella promozione culturale e sociale del territorio cremasco, ci sono riuscite. Sabato 11 giugno alle ore 21, all'interno della rassegna Crema in Scena, il teatro San Domenico di Crema ha aperto il sipario sulla rappresentazione "La Matita di Dio", una produzione liberamente ispirata all’opera teatrale “Madre Teresa: il musical” di Piero Castellacci e Michele Paulicelli, dedicata alla fondatrice delle Missionarie della Carità.

 

Una matita nelle mani di Dio
Il titolo “La Matita di Dio” prende spunto da una celebre frase della stessa Madre Teresa: “Io non sono che una piccola matita nelle mani di Dio”. Questa semplice, ma potente immagine racchiude l’essenza della sua missione: farsi strumento umile, ma efficace nelle mani del Signore per portare amore, pace e conforto dove regnano sofferenza, povertà e abbandono. Lo spettacolo si propone non solo come intrattenimento, ma anche come occasione di riflessione e ispirazione per il pubblico: attraverso musica, danza e racconto della vita della santa, il musical vuole restituire la forza del suo messaggio, la sua fede incrollabile e la sua dedizione agli “ultimi della Terra”.

 

Danzando con amore
La storia si svolge in India, nelle strade di Calcutta, dove la religiosa ha trascorso gran parte della sua esistenza, istituendo la Casa Kalighat per i malati, il Centro di speranza e di vita per i bambini abbandonati e quello per i lebbrosi. Mentre il grande schermo sulla parete di fondo propone immagini di divinità e di vedute paesaggistiche indiane, le allieve dei diversi corsi portano in scena proprio queste categorie di persone: le più piccole e le più esperte danzano insieme e recitano in perfetta sintonia, con le voci, che si alternano in un ritmato copione, e i passi, che si muovono leggeri ed impeccabili, sotto l'occhio attento della maestra e coreografa Marina Taffettani, che le segue instancabile da dietro le quinte. 

 

Uno spettacolo corale
E' proprio l'intensa coralità del corpo di ballo sul palco e del coro “Caino e Abele” di Offanengo dietro di esso, invisibile agli occhi del pubblico, ma non alle sue orecchie, che rappresenta uno dei punti di forza di uno spettacolo che ne conta davvero tanti: le scenografie, progettate e realizzate da Angelo Nisi, la sapiente gestione di audio e luci da parte di Fade Music e costumi di scena, dalle vesti candide con l'indimenticabile bordo blu di madre Teresa e delle sue Missionarie della Carità agli abiti coloratissimi di foggia indiana delle danzatrici. Tutto questo contribuisce ad intensificare l’impatto emotivo della performance

 

La regia e il cast
La regia dello spettacolo è firmata da Roberto Riseri, che porta in scena una rappresentazione intensa e spirituale della vita e del messaggio di Madre Teresa e che recita nel ruolo del giornalista inizialmente scettico e disincantato, ma poi trasformato nell'amore sull'esempio della santa di origini albanesi.  Dalle profonde crisi interiori della suora, naturalizzata indiana, alla conquista del premio Nobel per la pace nel 1979, dai momenti più felici tra i suoi poveri al giorno della sua morte il 5 settembre 1997, il musical conduce gli spettatori in uno straordinario viaggio interiore.Il cast vede la partecipazione di Francesca Salucci, nel ruolo della protagonista, accanto a Arianna Maffi, Nicholas Taffettani, Giovanna Zummo, Erik Kroonenberg e Davide Maggi, tutti credibili nella loro parte sia recitata che cantata. 

 

La contemplazione del cuore del mondo
L’opera musicale, suddivisa in due tempi, fa riecheggiare le frasi più belle e didascaliche di Madre Teresa: “L'amore non vive di parole, né può essere spiegato a parole” e ancora “Non sapremo mai quanto bene può fare un semplice sorriso.” Resta impressa nella mente la frase: “Ciò che conta non è fare molto, ma mettere molto amore in ciò che si fa”, che sintetizza il suo pensiero. La sua spiritualità, profondamente radicata nella preghiera, costante dialogo con Dio, e nel servizio ai poveri, visto come una naturale conseguenza di questa relazione, si esprime nelle canzoni, tutte cantate rigorosamente dal vivo.

 

L'oceano e la goccia
Lo spettacolo risuona delle parole di Madre Teresa sino alla fine: è un'enorme sorpresa ed una profonda emozione ascoltare la sua vera voce in una registrazione. La metafora dell'oceano e della goccia, spesso associata proprio a lei, sottolinea come anche un piccolo gesto di amore e carità possa avere un grande impatto: ciò che facciamo è come una goccia nell'oceano, ma se quella goccia non ci fosse, l'oceano sarebbe incompleto. La santa ci incoraggia a non sottovalutare il valore di ogni nostro contributo, anche se piccolo, nella creazione di un cambiamento positivo nel mondo. Con questo pensiero, il pubblico rivolge gli ultimi, calorosi applausi alle molte persone che hanno reso possibile la riuscita di uno spettacolo emozionante e coinvolgente.