13-05-2025 ore 20:10 | Cultura - Incontri
di Andrea Galvani

Crema. Saudino: È Ora di riprenderci il tempo, per ragionare e costruire la relazione umana’

Secondo Peter Sinfield, in Epitaph, “la conoscenza è una mortale amica, se nessuno pone dei limiti”. E come ricordato dal professor Matteo Saudino in sala Da Cemmo, a Crema per il Festival Ora, “i limiti rappresentano una tutela per i soggetti più fragili”. Diventa quindi di fondamentale importanza che “una democrazia lavori sui limiti”. Nella sua conferenza dedicata “alle fragilità della democrazia, conoscerle per affrontarle”, il docente torinese, notissimo per il progetto BarbaSophia, è andato dritto al punto: “Al Dio che è morto, noi esseri umani, soprattutto in Occidente, abbiamo sostituito nuove divinità”. Al giorno d'oggi paiono prioritarie “le motivazioni per cui vivere, alzarsi al mattino e andare fino a fine della giornata”. A conti fatti si tratta di una “gigantesca fragilità”. Potremmo sintetizzarla così: ogni cosa pare essere dominata o sotto lo scacco dell’individualismo, “che abbiamo preso ed esaltato buttando a mare tutte le forme di collettività”.

 

Lo scontro che fa crescere

Nella società dei ‘nuovi media’ e delle ‘nuove tecnologie’, ha ripreso il prof Saudino, “io mi sento responsabile ogni volta che pubblico un post. Ogni volta che giro un video e poi lo pubblico mi pongo il senso di responsabilità e per arrivare a ciò devo partire dal dubbio: bisogna sempre dubitare”. Ascoltare i podcast di Barba Sophia può aiutare a riscoprire o per saper maneggiare gli strumenti necessari a destreggiarsi in una “agorà filosofica e politica”. A desiderare, essere curiosi di apprendere, di voler vedere coi propri occhi, a verificare le fonti e a mettere in relazione le varie tesi. L’isolamento, la convinzione cieca, la chiusura e la distanza, per quanto subdoli o suadenti, non rappresentano certo dei valori, sono idoli dotati di scarsissima potenza, pertanto non vanno nè seguiti nè ascoltati. Torniamo ancora ai greci: “Pòlemos, il padre di tutte le cose, significa anche scontro”. Per Eraclito era la scintilla, il motore, la forza che spingeva a trovare una soluzione ai contrasti. Ecco quindi la necessità di uscire dalla propria 'comfort zone', dal bramare l'azione, consapevoli che “lo scontro fa anche crescere". E che "lo scontro dentro delle regole, nel rispetto altrui, permette a teorie, a tesi, visioni del mondo di confliggere, scontrarsi ma anche di contaminarsi e dunque di incrociarsi: genera cose belle, fiorisce il mondo, anche nello scontro, purché sempre nell'ambito del reciproco rispetto”.

 

Riflessione e pregiudizio

“Il Festival ora - ha spiegato l’assessore alla cultura Giorgio Cardile – è dedicato ai nuovi linguaggi, ai media e all’informazione. È pensato per far riflettere i giovani e il mondo adulto ma anche per rompere un pregiudizio nei confronti dei giovani: “i giovani non si interessano, non partecipano”. In realtà i giovani si informano, lo fanno con mezzi differenti da quelli tradizionali. Ci sono tanti creatori digitali, giornalisti e intellettuali che utilizzano queste nuove piattaforme social. L’idea alla base del Festival di Crema è quello di parlare ora, di quello che sta accadendo in questo momento. Il tema di quest’anno è Democrazie e democrature”. E nel secondo caso non si tratta di un semplice ossimoro.

 

Il tempo e la distenzione dell’anima

La tecnologia non va domonizzata. Volendo parlare degli aspetti negativi, certo permette anche di “produrre tantissime fake news”, consente, rende possibile “manipolare altamente la democrazia”. Noi esseri umani però, ricorda Saudino, abbiamo un grande potere. Quale? “Il tempo. Insegnavano prima Platone poi Agostino, che il tempo è la distensione della nostra anima”. Passato e futuro esistono e sono dotate di senso unicamente nel presente della coscienza, intesa come ricordo del passato e attesa del futuro. Uscendo dall'accezione soggettiva del tempo, questa profonda crisi dei tempi moderni può essere affrontata e volta al meglio, “se rimettiamo al centro la relazione”. Uno youtuber, un influencer, un divulgatore culturale “prendono il proprio spazio, il proprio tempo e raccontano delle cose, senza essere costantemente costretti a tagliare, velocizzare oppure a non dire. La tv, i salotti televisivi rispondono a delle logiche per fare audience e nei social dialogare non è facile perché prevale l’insulto, prevale l’affermazione assolutizzante, mentre dovrebbe prevalere lo scambio di punti di vista”.

 

Riprendersi il tempo

Il Festival ha avuto un’ottima risposta di pubblico: “Siamo molto felici di essere riusciti a coinvolgere tanti giovani, sia tra i relatori che tra il pubblico”, riprende Cardile: “Molte anche le realtà associative che hanno partecipato ai vari incontri. Arriva un messaggio molto chiaro: abbiamo la necessità di tornare a incontrarci, ad una partecipazione vera, viva e convinta”. Perché ciò sia possibile, chiosando con le parole del prof Saudino, “noi tutti dobbiamo fare una piccola rivoluzione: riprenderci il tempo per ragionare e costruire la relazione umana”.