12-11-2018 ore 19:37 | Cultura - Musica
di Leonida

Alice nella città. Per Saul un live delicato e raccolto per un quartetto di chitarre e voci

Sabato scorso Alice nella città ha ospitato la tappa cremonese del tour di Saul, cantautore luinese con radici ben piantate in Scozia, nella città di Glasgow, terra nella quale si è trovato a studiare, lavorare e vivere per lungo tempo assorbendone diversi caratteri, accento e mood inclusi. Fresco della pubblicazione del suo primo album ufficiale, In Between Things, Saul ha portato sul palco una versione raccolta e delicata del suo lavoro, affidandola a un quartetto di voci e chitarre. L’album è prodotto con la collaborazione di Guido Zanzi (anche lui sul palco), degno rappresentante del filone musicale folk che ha fortemente caratterizzato l’estremo nord della Lombardia alla fine degli anni ’70, partorendo fenomeni musicali di culto quali La Signora Stracciona e la più recente Piedmont Brothers Band del fratello Marco Zanzi, già on stage da Alice nella città con l’ex Flying Burrito Brothers Greg Harris nel 2015.


Tracklist, inediti e tradizione

Il concerto si è snodato secondo un copione facilmente intuibile: una prima parte strettamente legata alla tracklist dell’album e un secondo tempo in cui è stato dato spazio ad alcuni inediti e tradizionali, prevalentemente affidati all’altra lead vocalist sul palco, la diciottenne Sara Mainardi. Per chi già ha avuto modo di ascoltare l’album (pubblicato e distribuito sulle piattaforme online tramite DistroKid), la versione live proposta da Saul non soffre troppo l’assenza della sezione ritmica basso-batteria, se non per ovvi motivi di dinamica sui brani più “duri” del repertorio. La forza del disco, rappresentata dalla varietà timbrica degli strumenti a corde utilizzati (acustiche, lap steel, weissenborn guitar, dobro, banjo, telecaster…), permane solidamente costituendo la spina dorsale del sound del cantautore e le concessioni alle ritmiche bluegrass hanno fatto “battere il piede” al pubblico in sala con la spontaneità che ci si aspetterebbe dal genere.

 

Il country club d’effetto

Come se non bastasse, i cinque brani che han chiuso il concerto, in cui è emersa la timbrica potente e limpida di Sara Mainardi, hanno saputo dare respiro all’emotività dello spettacolo sorprendendo al momento giusto grazie questo giovanissimo talento, che speriamo di ritrovare in futuro anche in altri contesti. Un’ultima nota sul setting della serata. Lo staff di Alice ancora una volta ha re-inventato lo spazio, illuminandolo ad hoc e ricreando un country club d’effetto con lucciole a pioggia sui tavoli e tagli dai colori saturi sul palcoscenico: come sempre, una cura dei dettagli che impreziosisce e si fa apprezzare.

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