12-09-2018 ore 14:38 | Cultura - Manifestazioni
di Andrea Galvani

Crema, I Manifesti. Linee rosse, Federico Rampini fa riflettere il pubblico dei chiostri

“Viaggiamo di più. Capiamo di meno. Mentre lo attraversiamo in velocità, il mondo ci disorienta. I leader brancolano nel buio. Fissano delle linee rosse che non capiscono. Forse perché non leggono”. I Manifesti di Crema – organizzato dall’associazione Le Muse col patrocinio del Comune di Crema - si sono conclusi con un incontro-lezione di Federico Rampini. Il noto giornalista e scrittore ha accompagnato il folto pubblico dei chiostri del centro culturale sant’Agostino in un lungo viaggio, da una parte all’altra della Terra. Dalla via della seta alla diffusione dei regimi, dalle missioni e dalla presenza dei cattolici ad internet e alla sua censura.

 

Mappe del disordine globale

Con arguzia e sapienza ha tracciato un percorso fatto di storia e politica, geografia, economia e antropologia. Mappe che appartengono ad uno dei suoi libri più recenti e che declina nei vari collegamenti televisivi, radiofonici e nei pezzi che scrive quotidianamente sui giornali. Cercando di offrire approdi, indicazioni e suggerimenti per non perdersi nel crescente disordine globale. Ha parlato del modello svedese e della storica capacità di accoglienza e integrazione sempre più in pericolo, ha parlato dell’accesso alle informazioni – gratuito e a pagamento - e della libertà – sarà poi cosi? - di internet. In un mondo in cui le propagande si intersecano, aumentano le difficoltà e le paure. Ha sostenuto che gli imperi in declino non costruiscono strade ma innalzano muri. Ha spiegato che i vizi europei sono alimentati dalle virtù tedesche e che per comprendere la politica del leader cinese Xi Jinping è d'aiuto riferirsi agli scritti di Tucidide. Alla nostra storia antica, ad Atene e Sparta.


Storie di popoli e imperi

Il timore di perdere ciò che si è lottato per ottenere cresce di giorno in giorno e alimenta gli scontri. Le diffidenze. Eppure il genere umano ha un’unica origine: il corno d’Africa. Membro del Council on Foreign Relations con sede a New York e Washington, ‘think tank’ di geopolitica di primo livello, ha uno sguardo 'totale', capace di evitare le lusinghe della superficialità per addentrarsi a fondo nelle questioni. “Quel che il mondo vuole dirci – ha sottolineato - è spiegato nelle carte geografiche e nella loro storia. Ma quelle studiate a scuola non bastano. Bisogna penetrare il loro significato nascosto, incrociare il paesaggio terrestre con le storie delle civiltà, dei popoli e degli imperi”. Ecco quindi tornare l'immagine della ferroviera affannata che sul treno per Ventimiglia rincorre un giovane migrante, reso più agile dal suo sogno di Francia.

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