12-09-2014 ore 19:29 | Cultura - Storia
di Luigi Dossena

Historia et imago Cremae. Giovanni Vailati, l’orbo di Crema conquista l’Europa, dal successo alla morte in solitudine

Per il 13 aprile 2015 a Crema si sta approntando un comitato per celebrare i 200 anni dalla nascita del sommo mandolinista, con una serie di momenti di approfondimento ed eventi in città e nel suo paese natio. Nel marzo 1861 Giovanni Vailati, l’orbo di Crema,venne invitato al teatro Vittorio Emanuele dove si esibì: un trionfo. 2 gennaio 1862 il nostro venne iscritto dal regio istituto musicale di Firenze nell’albo accademico ed il 7 gennaio nella raffinatissima Milano, nella sala del Ridotto del Regio Teatro della Scala, tenne un Gran Concerto vocale e strumentale, quale professore accademico e socio onorario di molte accademie d’Italia e di Francia.

 

Il ‘Paganini del mandolino’

L’incasso verrà devoluto per la sua metà alle famiglie degli emigranti veneti. Nel 1863 per alcuni mesi si fermò a Crema, quasi praticamente ignorato. È nel 1872 che in terra di Romagna acquisì definitivamente l’appellativo de il Paganini del mandolino . Infatti come il sommo violinista genovese, oltre ai virtuosismi, Vailati riusciva a incantare gli astanti al pizzicar d’una sola corda, fantasie di brani operistici. Il 1 dicembre 1872 al teatro Alessandro Bonci di Cesena preparò una serie di brani tra cui un duetto con il violinista Ugo Pizzi eseguendo un pezzo composto da Giovanni Bottesini, cremasco de’ Crema.

 

 

Gli estimatori

Fra gli estimatori vi furono Gioacchino Rossini, Charles Gounod e Giuseppe Verdi. Verdi e Gounod lo accompagnarono più volte sia a Busseto che a Parigi. Inoltre Giovanni intrattenne rapporti di stima e di amicizia fra gli altri – pensate - con Victor Hugo, Giuseppe Mazzini e l’Eroe dei Due Mondi, al secolo Giuseppe Garibaldi, i quali indirizzavano lettere autografe piene di affetto e di elogi. Persino la regina d’Italia, Margherita di Savoia lo volle con sé nella villa sul Lago Maggiore e colà, sua maestà al pianoforte e Giovanni al mandolino, passarono ore indimenticabili. La regina era affascinata dal mandolino ed aveva una importante collezione che oggi è al museo dell’Accademia di Santa Cecilia a Roma. Questa collezione è la sancta sanctorum dei più importanti liutai di quel tempo quali i Vinaccia ed i Calace di Napoli. Presso il Museo Civico di Crema invece è esposto in una vetrinetta il diario, manoscritto con allegate le recensioni dei giornali sui suoi concerti tenuti tra il 1879 fino al 1890. Nel marzo 1879 Vailati era a San Remo, poi a Torino, Mentone, Lecco, etc, un vero tour de force.

 

Stregati dal musicista

Riportiamo un passo della Gazzetta di Chieti: “Sul palcoscenico -  Entrai, mi confusi con la gente che non fiatava, aveva i capelli canuti,fronte alta, dritto, abito nero, cravatta bianca. Veduto da tutti, non vedendo nessuno, in ogni città preceduto da bella fama, d’occhi cieco e che rivelava sul volto l’estasi dell’anima”. A Bitetto, una località pugliese, incontrò una cremasca della più bella acqua: Isabella Racchetti, gli rilascerà una dedica sul suo diario “Al più gentil fiore cresciuto sulle sponde del Serio” 5 Novembre 1880. Nel 1881 suonò incessantemente passando tra Puglia, Campania, Molise, Abruzzo e Marche. È col 1882 che inizia a diradare i concerti. Nel 1883, precisamente il 18 febbraio, tenne finalmente un concerto al Teatro Sociale di Crema, un tardivo atto dovuto. In seguito suonò ancora a Bergamo, Piacenza, Novara, Vercelli. Il 9 Settembre 1883 fu a Stresa a palazzo Ducale alla presenza delle altezze reali la duchessa madre Maria Elisabetta di Sassonia e del principe Tommaso Alberto Vittorio di Savoia duca di Genova con la principessa Isabella di Baviera i quali rimasero letteralmente stregati dal musicista di Santo Stefano in Vairano.

 

La morte in solitudine

Più avanti suonò a Monza, Brescia, Trento e Merano, per ben due anni suonò in Veneto, in Friuli, in Istria e in Austria. Nel 1886 tenne solo tre concerti a Bari, a Noci e ad Avellino. Nel 1888 fu a Carrara, La Spezia e Genova. Tra il 1889 e il 1890 si limitò a brevi apparizioni poco distanti da Crema. Il 5 maggio 1889 salì sul palco a Crema, ormai è solo un vecchio spento e affaticato e così giunse il fatal 1890. Coloro che gli stavano appresso gli rubarono tutto, anche il suo mandolino. Morì in Crema alle quattro antimeridiane del 25 novembre 1890 in via Alemanio Fino al civico numero 11, in perfetta povertà. Aveva 75 anni. Fonti : Paolo Origgi Insula Fulcheria 2011

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