12-06-2022 ore 19:11 | Cultura - Incontri
di Gloria Giavaldi

Fai. L'eredità di Maria Verga Bandirali è ricca di tradizioni che raccontano chi siamo

“Una donna speciale, madre di quattro figli e studiosa instancabile e rigorosa”. È questo il ritratto che è emerso di Maria Verga Bandirali, fondatrice del museo della civiltà contadina di Offanengo scomparsa di recente. Lo ha tracciato la storica Paola Venturelli nell'ambito di un evento voluto dal Fai di Crema (Fondo ambiente italiano) nelle settimane scorse in sala Da Cemmo. Sono intervenuti l’assessore alla cultura, turismo e pari opportunità del Comune di Crema, Emanuela Nichetti, il sindaco di Offanengo Giovanni Rossoni e Valerio Ferrari, presidente del Museo della civiltà contadina di Offanengo, oltre alla responsabile del Fai cremasco Annalisa Doneda. Dall'archeologia alla viabilità antica, dalla storia monumentale, tanto sacra quanto civile, alle terrecotte, dai corredi dotali dedotti da antichi inventari agli statuti dei tessitori di lino cremaschi, dai viaggi di pellegrinaggio all'artigianato contadino sono stati tantissimi gli ambiti di interesse e di approfondimento cui Maria Verga Bandirali si è dedicata, senza esimersi dal trasmettere ai giovani la passione per lo studio e la conoscenza.

 

Alla base della nostra identità

La rilevanza dei contributi dati si avverte nella valorizzazione delle tradizioni, del recupero dei valori positivi di un mondo rurale. Quelli che per secoli e secoli hanno formato il substrato della nostra cultura spicciola, della quale si è a lungo alimentata la quotidianità della vita di paese e alla quale sono ancora in gran parte riconducibili molti usi familiari, modi di pensare e di tramandare, detti ed espressioni popolari, usi alimentari, e così via. Quelli che rappresentano, ormai in modo per lo più inconsapevole, la base di un'identità culturale che ci accompagna nel corso della nostra esistenza. Tenere viva la memoria della figura di Maria Verga Bandirali e di questo impegno è necessario, senza dimenticare “quell'umiltà d'azione e di parola che è propria di chi, sapendo molte cose, è anche consapevole di quanto vasto e incommensurabile sia lo scibile umano, ma anche con l'intima soddisfazione di averne esplorata una parte e di averne messo in rilievo il valore, a tutto favore di future e ulteriori conoscenze”.

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