12-05-2022 ore 13:20 | Cultura - Storia
di Claudia Cerioli

Touring club: La nascita della città di Crema e la Repubblica narrate da Tino Moruzzi

Nei giorni scorsi, presso la sala Cremonesi del Sant'Agostino a Crema, ha avuto luogo una conferenza dal titolo: ‘una vicenda sconosciuta del Risorgimento cremasco’. Rientra nell'ambito della rassegna i ‘sabati del museo’.Promotore dell'iniziativa il Touring club di Crema con relatore Tino Moruzzi. Anna Maria Messaggi, nelle vesti di console del Touring club cittadino, ha accolto gli intervenuti. Moruzzi ha messo in evidenza il complesso dei carteggi della documentazione archivistica di Stato, volti alla disputa tra la regia città di Crema e il regio Impero austriaco, degli spazi frontalieri interni ed esterni. Una controversia che si protrasse per ben quarant'anni, dal 1815 al 1855, nel corso storico del dominio austriaco, nella persona del Generale Radetzky che governò a Milano e in Lombardia. 

 

La nascita della Repubblica

Con l'avvento al potere di Napoleone Bonaparte e il conseguente cambio di strategia militare, la regia città di Crema perse la sua naturale peculiarità territoriale. In quel dato contesto storico sostenne che le mura furono di sua pertinenza e in tale direzione presentò un'apposita documentazione per far valere i propri diritti. Crema assunse le connotazioni di città stato con una propria organizzazione territoriale, una propria cultura, un proprio statuto e assetto urbanistico. Nel frattempo, la Repubblica veneta si sciolse, la rex pubblica venne trasmessa a tutte quelle comunità che furono poste nelle condizioni di dare vita proprio ad una Repubblica.

 

Il governo provvisorio

La Repubblica cremasca formò un governo provvisorio il 28 marzo 1837 e vennero eliminati i decreti che sancirono le caratteristiche dello stato. Col decreto di natura sovrana, si sottolineo' con maggiore enfasi la proprietà degli spazi a favore della regia città di Crema. Il governo di Milano emanò due decreti e allo stesso tempo formulò delle domande tese ad avvalorare le ragioni della città di Crema al cospetto della città di Lodi. Il decreto venne reso pubblico , il popolo prese conoscenza che i testimoni: Pasquini, Fasoli e Regazzoni, diedero la medesima versione e il tutto corrispose alla verità. Il senato di Milano, a seguito della documentazione inviata dal fisco, sostenne che le testimonianze furono viziate. Nel 1834, la regia città di Crema riacquisto' la proprietà, ma successivamente il viceré attribuì un terzo degli spazi interni ed esterni alla regia città di Crema e i restanti due terzi allo stato, ponendo la parola fine alla complessa vicenda.

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