12-04-2022 ore 20:28 | Cultura - Arte
di Gloria Giavaldi

Collezione Stramezzi. Dal restauro all'attesa mostra al museo civico: 'un dono alla città'

Dopo gli interventi di consolidamento e primo restauro conservativo delle opere della collezione Stramezzi, in comodato al museo dallo scorso dicembre grazie alla generosità degli eredi di Marina Stramezzi e al sostegno di fondazione comunitaria della Provincia di Cremona e Associazione popolare Crema per il territorio Banco Bpm, sono in corso in questi giorni gli allestimenti in vista della mostra che sarà inaugurata nelle sale Agello sabato 23 aprile dal titolo Foppa, i Macchiaioli e l’arte del Novecento. L'esposizione sarà visitabile fino al 15 maggio. Lo studio dell’impostazione espositiva è concluso e sono iniziati i veri e propri lavori di allestimento: occuperanno il museo civico di Crema e del Cremasco per diversi giorni. La settimana prossima è programmata la stampa del catalogo che accompagna l’esposizione a cura di Alessandro Barbieri e Francesca Moruzzi, e la consegna del materiale promozionale a corredo.

 

Collezione dinamica

Curato da Alessandro Barbieri e Francesca Moruzzi, il percorso espositivo si snoda in una sessantina di opere della collezione Stramezzi conservata presso villa La Perletta in Crema. A Paolo Stramezzi va, innanzitutto, riconosciuto il pregio di aver istituito presso la sua dimora uno dei salotti culturali più autorevoli e in vista del Nord Italia, arredandone le pareti con un numero così elevato di opere d’arte da poter fare concorrenza ai più prestigiosi musei nazionali. Si narra che tra le mura della sua residenza siano transitate nel corso della sua vita più di un migliaio di dipinti. Alla base di questa consistente raccolta stanno anni di fitti rapporti intessuti con gli artisti, con gli antiquari ed esperti d’arte dai quali Paolo seppe sempre farsi ben consigliare. La sua non era una collezione statica. Era viva, dinamica e sempre in divenire, ordinata e arricchita per oltre mezzo secolo con acquisti, vendite, permute e scambi. Una raccolta privata, creata secondo il proprio gusto personale che seppe anticipare anche certe evoluzioni stilistiche e collezionistiche dell’arte italiana, come il forte interesse per i cosiddetti pittori Macchiaioli dei quali Stramezzi fu uno dei maggiori collezionisti.

 

Nella Storia dell'arte

L’esposizione è pensata in tre sezioni: un omaggio al collezionista, le opere comprese fra il Quattrocento e Ottocento e la parte dedicata alla pittura novecentesca. Accoglieranno il visitatore due grandi ritratti posti in garbato dialogo: il Ritratto di Giuseppe Maria Perletti del pittore cremasco Angelo Bacchetta e il Ritratto di Paolo Stramezzi del pittore bergamasco Luigi Brignoli. Al primo spetta il merito dell’ideazione della grande villa immersa in uno splendido parco: La Perletta. Al secondo l’aver restaurato e allestito questa dimora con una collezione tanto straordinaria da assumere tratti quasi leggendari. Nella seconda sezione il percorso espositivo, seguendo un ordine cronologico. Prende il proprio avvio con la raffinata Annunciazione con san Girolamo penitente attribuita al padre del Rinascimento lombardo Vincenzo Foppa. Si tratta di una tavola grande suggestione, così come è di grande impatto la copia della notissima tavola di Leonardo da Vinci rappresentante Sant'Anna, la Vergine e il Bambino con l'agnellino (Sant'Anna Metterza) oggi conservata presso il Museo del Louvre. Segue un gruppo di cinque opere fiamminghe la cui esecuzione è collocata fra il XVI e il XVII secolo. Fra queste spiccano due ritratti realizzati da David Teniers il Giovane e una Scena bucolica di Nicolaes Berchem.

 

Ottocento

Il nucleo fondante della seconda sezione appartiene all’Ottocento, il periodo prediletto dal collezionista. Fra le opere esposte vanno segnalati una Veduta di Firenze, ritenuta opera non finita dell’inglese Joseph Mallord William Turner e ben nove dipinti appartenenti agli amati Macchiaioli. Di questi ritroviamo due opere di Giovanni Fattori, il maggior esponente di questo movimento, una di Giuseppe Abbati e sei di Raffaello Sernesi, il più giovane del gruppo. Chiude il XIX secolo un suggestivo Autoritratto con la figlia Marion del bavarese Franz Von Lenbach, apprezzato ritrattista di celebri personalità della sua epoca. Affiancano quest’ultima opera due curiosi bozzetti. Si tratta di disegni preparatori del cremasco Eugenio Giuseppe Conti, eseguiti come studio per la decorazione delle volte di alcune cappelle laterali della chiesa di san Giacomo Maggiore a Crema.

 

Novecento

Nella terza sezione della mostra dedicata al Novecento sono proposti numerosi dipinti di pittori che Paolo Stramezzi ebbe modo di conoscere, apprezzare e acquistare come assiduo frequentatore delle più celebri esposizioni e rassegne d’arte nazionali: la Biennale di Venezia, la Biennale di Brera, la Permanente di Milano e la Quadriennale di Roma. Come esempi tra le opere di artisti italiani saranno esposti Campagna veneta di Francesco Sartorelli, Autoritratto di Arturo Rietti; Ritratto di bambina di Maria Vinca, Ritratto del signor Obert e Ritratto di donna di Guido Tallone, Ritratto di giovane donna di Giovanni Brancaccio; Uliveto e Parigi di Giovanni Malesci; un disegno di Giacomo Manzù raffigurante una Crocifissione con papa Giovanni XXIII. Mentre tra gli stranieri: Laguna con Santa Maria della Salute di Georg Sauter; Osteria bretone di Hermenegildo Anglada Camarasa; Paesaggio di Orazì. L’esposizione termina con Il Serio del cremasco Gianetto Biondini e con tre disegni dello stesso autore che, ritraendo tre diverse prospettive di villa La Perletta, chiudono il cerchio tematico della mostra. La mostra è accompagnata da un catalogo, a cura di Alessandro Barbieri e Francesca Moruzzi, realizzato dalle Edizioni Museo Civico Crema.

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