12-03-2017 ore 15:30 | Cultura - Proiezioni
di Andrea Baruffi

Moonlight. Dal ghetto di Miami un viaggio alla ricerca di se stessi, tra droga e soprusi

La critica l’ha definito “un capolavoro assoluto, universale, magnifico e sorprendente”.  Stiamo parlando di Moonlight, film drammatico del regista Barry Jenkins ispirato alla tesi di laurea del drammaturgo e attore americano Tarell McCraney. Droga, violenza e omosessualità sono i tre temi attorno ai quali si snoda il racconto. La pellicola si è aggiudicata l’oscar per il miglior film, il migliore attore non protagonista e la migliore sceneggiatura non originale.   

 

Discriminazione e bullismo

Il panorama è quello del quartiere Liberty City di Miami. Non sono il lusso e la vita facile a farla da padrone ma il degrado con cui convive Chiron, ragazzo afroamericano gay. Il disagio emerge subito dalle prime scene. Figlio di una donna tossicodipendente, senza una vera famiglia e senza amici, deve fare i conti con violenza, discriminazione e bullismo. Le uniche persone con cui ha rapporti sono uno spacciatore – che lo accoglie e lo cresce – e un compagno di classe. Moonlight è un viaggio alla ricerca di se stessi. Le immagini, i ritmi lenti della narrazione, i silenzi e gli sguardi coinvolgono e interrogano lo spettatore rendendolo partecipe della scena.

 

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