12-02-2015 ore 10:04 | Cultura - Storia
di Luigi Dossena

Historia et Imago Cremae. L’antipapa cremasco Pasquale III e le vicende politiche dell’Europa del dodicesimo secolo

Sul sacro soglio di Pietro nessun papa lombardo si sedette per quasi 1000 anni; furono per il 75% papi romani de’ Roma. Sino ad oggi sono dieci coloro che, nativi in Lombardia, assursero a vicario di Cristo in terra... Papi o Antipapi. Il primo Papa lombardo fu un pavese nel 983, Pietro Canepanova che scelse il nome di Giovanni XIV. Il primo Antipapa fu Guido da Crema col nome di Pasquale III; entrambi furono imposti da imperatori tedeschi: Giovanni XIV da Ottone II, Pasquale III da Federico Barbarossa.

 

La stirpe dei Gisalbertini

Nel nostro racconto riprendiamo un tema già trattato nella rubrica Historia et Imago Cremae, ampliandolo sul poco conosciuto Guido da Crema e su suo cugino, anch’egli cardinale, Giovanni da Crema, tutt’e due Comites Gisalbertini. Monsignor Zavaglio sostiene che la stirpe dei Gisalbertini sia longobarda e che abbia origine nel paese cremasco di Vailate, nel 870 dal suo capostipite Giselberto I - che morirà nel 928. Don Angelo Aschedamini, archeologo, indica Ghisalba il luogo avito ove ebbe origine l’epopea Gisalbertina; il mai dimenticato parroco di Vidolasco dà la chiave del nome: Gisalba, “ecclesia…alba” ergo “il Grande Signore (Ert) di Gisalba” vero toponimo non longobardo, ma romano di quel villaggio.

 

I conti cremaschi

L’impulso che fece salire la scala sociale di questa schiatta avvenne sul finire del 900 quando si estinsero nel 975 i Corraidi, conti di Lecco che avevano domini fra l’Adda, il Serio e l’Olio, cioè il Cremasco. I Gisalbertini, acquistando i loro territori, divennero i veri referenti del potere spirituale e temporale. Tre erano i rami comitali cremaschi discendenti da Gisalberto I: i conti di Crema, i conti di Camisano e i conti di Offanengo. (Nell'immagine accanto, Guido da Crema)

 

La scomunica dell’imperatore

Siamo nel 1060 quando appare il primo dei due potentissimi cardinali Gisalbertini, noto come Giovanni da Crema col titolo di San Grisogono, prete cardinale e cugino di Guido da Crema, cardinale e antipapa. Partendo in ordine cronologico con Giovanni, naturalmente facendo ampia sintesi, lo vediamo scomunicare a Milano l’imperatore Enrico V, la sua colpa era di aver usurpato i beni matildici ex gisalbertini. Nel 1121 il cardinal Giovanni da Crema fu precettato da papa Callisto II alla testa dell’esercito papalino a Sutri ove si era asserragliato l’antipapa Bordino, difeso dal suo potente esercito. Il Terni cita questo episodio “et il bestiale antipapa da bestia trattando sopra uno camelo con la coda in mano al concilio si presenta”. Bordino fu arrestato e il suo esercito disperso.

 

Simonia e concubinaggio

Nel 1125 il cardinale cremasco era a Londra, ove presiedeva in nome e per conto del papa Onorio II il concilio. Il clero londinese era investito dalla simonia e dal concubinaggio: il compito di Giovanni era di purificare la chiesa dal peccato. Nel 1129 il cardinal Giovanni fu inviato a Pavia per scomunicare Anselmo, arcivescovo di Milano. Questo potentissimo uomo di chiesa cremasco morì nel 1129. Fu sepolto a Roma nella chiesa che fece costruire e che dedicò a san Grisogono. Era figlio di Olrico e di Ratilde, conti di Camisano.

 

Dispute in Polonia

Veniamo al cardinal Guido da Crema. Parrebbe essere nato nel 1110, nessun’altra notizia ci è pervenuta sulla sua giovinezza, sappiamo però che era imparentato con il re di Francia Luigi VII e con Stefano, re d’Inghilterra. Lo troviamo per la prima volta agli onori della storia nel 1145 insignito del titolo di cardinale diacono di Santa Maria in Portico. Nel 1146 fu a Verona; il pontefice gli affidò l’incarico di legato per acquietare le dispute fra l’arciprete della cattedrale e il vescovo Tibaldo. Nel 1151 fu in Germania per chetare le dispute fra il duca di Polonia e suo fratello, indi riorganizzare gli equilibri religiosi dell’intero territorio. Guido era dotato di “piacevole eloquenza”.

 

Patti di Costanza

Sul finire del 1151 e per tutto il gennaio 1152 il porporato cremasco in compagnia di Ottaviano Monticelli (futuro Vittore IV antipapa) e altri ministri della chiesa si riunì a Roma quale portavoce del papa Eugenio III con i diplomatici imperiali. Fu in quell’occasione che stesero i Patti di Costanza che il Barbarossa ratificò e firmò il 23 Marzo del 1153, il Barbarossa era da poco stato eletto imperatore. Fu in quelle circostanze che Guido da Crema entrò di fatto e dalla porta principale nell’orbita e nella fiducia di Federico I e della sua corte. Fonti: Michele Sangaletti Leo Supra Serio; Andrea Piazza Pasquale III,  in Enciclopedia dei Papi; Don Angelo Aschedamini Offanengo; Monsignor Angelo Zavaglio I Monasteri Cremaschi; Pietro da Terno Historia di Crema.

2102