12-01-2016 ore 21:03 | Cultura - Musica
di Paola Adenti

Romanengo. Una serata di musica ed immagini con Gio Bressanelli e la sua band in ricordo di Fabrizio De André

Era l’11 gennaio del 1999 quando Fabrizio De André lasciò un vuoto nel panorama italiano musicale e della poesia. Da allora ogni anno, in questa data, non si contano in tutta Italia le manifestazioni organizzate in suo ricordo. Concerti improvvisati nelle piazze, tributi nei teatri, momenti musicali che hanno come interpreti sia semplici affezionati, fans che protagonisti della musica ad alti livelli. A Romanengo lo scorso 11 gennaio, è stata la nota band di Gio Bressanelli ad omaggiare presso l’Auditorium Galileo Galilei il cantautore genovese scomparso 17 anni fa.

 

Non al denaro...

...non all’amore, né al cielo è il titolo dell’evento patrocinato dal Comune di Romanengo ed organizzato in collaborazione con il Coordinamento Enti locali per la pace della provincia di Cremona: Eppur quel sogno, Il canto del cucù, La pace cammina sul Serio. Con Bressanelli, voce e chitarra, sul palco del Galilei si sono esibiti Irene Bressanelli, sax, flauto e voce, Mattia Manzoni, basso, fisarmonica, pianoforte, Matteo Livraga, violino. Alice Campari ha introdotto i brani musicali, letto testi di canzoni mentre la parte visual è stata ideata e realizzata da Elisa Tagliati. A far da scenografia le sue proiezioni e le bandiere della pace. Immagini suggestive, d’epoca, spesso in bianco e nero ed animazioni a far da sfondo alle note del quartetto affiatato dei musicisti capitanati dalla figura carismatica di Bressanelli.

 

Tutto esaurito

La serata è stata introdotta da Teo Scalmani dell’Associazione culturale Eppur quel sogno che ha ceduto il microfono a Bressanelli di fronte ad un Auditorium con posti a sedere esauriti e tanto calore ad accompagnare i pezzi. Sarà un omaggio condiviso da tutti noi in ricordo di De André a 17 anni dalla scomparsa. Ad aprire il concerto il riferimento a Spoon River ... con i suoi personaggi che nella morte possono esprimersi con estrema sincerità. La voce è calda e profonda, a tratti leggermente roca quasi a ricordare quella del cantautore genovese e forse un ricordo lasciato dalle 40 sigarette al giorno oggi abbandonate per percorrere sentieri più salutari. Entrano così metaforicamente in scena Elmer, Bert e Tom con Ella e Kate di La collina e a seguire il nano di Un giudice, Un medico, Un ottico e via via tutta i personaggi più noti dei brani di De André con tutto il fardello delle loro vite.

 

Ricordi sbocciavan le viole...

Durante la serata è stato spesso chiesto il coinvolgimento dei presenti che, con partecipazione attiva, hanno accettato di battere il tempo, unirsi ai cori, cantare strofe. Un pubblico entusiasta, trasversale per età, ha dimostrato di conoscere testi e melodie. Un intermezzo con brani composti da Gio Bressanelli, ha trovato spazio prima di una carrellata delle più famose canzoni di De André a partire da ‘Â çímma, in genovese, con tutta la poesia dei primi versi... Ti sveglierai sull’indaco del mattino quando la luce ha un piede in terra e l’altro in mare. La band è passata poi a Dolcenera, La ballata dell’amore cieco, alla struggente La canzone di Marinella, Volta la carta, La canzone dell’amore perduto e molte altre alternando brani in italiano e dialetto genovese. Serata di grandi applausi ed innumerevoli richieste di bis, accontentate con gioia dai musicisti che non si sono risparmiati in due ore di musica e parole.