11-11-2020 ore 16:25 | Cultura - Tradizioni
di don Emilio Lingiardi

San Martino, un messaggio sempre fresco e attuale: dignità e rispetto per ogni persona

La storia del Cremasco è molto legata alla figura di san Martino perché, come è descritto bene anche nell’Albero degli zoccoli di Ermanno Olmi, in questa giornata si facevano i traslochi da una cascina all’altra, nella speranza che le poche masserizie portate non venissero compromesse con la pioggia ma tutto si potesse svolgere con il sole ancora caldo. Anche i bambini conoscevano questo santo perché a scuola, normalmente, le insegnanti proponevano lo studio a memoria del sonetto di Giosuè Carducci, intitolato San Martino.

 

L’attualità del messaggio

Ci sono però dei messaggi legati a questa figura molto attuali: il primo è la carità come restitutio. Scrivendo a sant’Ambrogio, vescovo di Milano, suo contemporaneo, dalla diocesi che presiedeva in Francia, di Tours, emerge come l’educazione alla carità di questi pastori non fosse soltanto un condividere con chi è meno fortunato di noi come ci può suggerire l’episodio del mantello tagliato a metà e donato a un povero, trovato nella foresta di Poitiers, quanto, consci della destinazione universale dei beni della Terra, nell’amore si restituisce ai poveri quanto il nostro sistema di vita, il nostro stile di vita, a loro ha rapinato.

 

Dignità e rispetto

Prima che elemosina, l’amore al prossimo è questa restituzione, di dignità, di autonomia, di rispetto perché tutti hanno diritto di sedersi alla stessa mensa della vita. In questi ultimi anni il mantello condiviso, in latino pallium, ha suggerito agli operatori sanitari che curano gli ammalati terminali di prendere come esempio san Martino, che così ha dato origine alle cure palliative, con lo scopo di essere un mantello di affetto, di tenerezza, di vicinanza oltre che la competenza e la professionalità accanto a chi sa di essere alla conclusione della propria vita e ai loro familiari.

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