11-10-2021 ore 14:23 | Cultura - Teatro
di Gloria Giavaldi

Cuore di Crema. Transizione di teatroterapia: 'la verità, oltre il telo, è sempre una scelta'

Un telo capace di coprire l'essenza o di svelare la verità. La scelta e la responsabilità di questa decisione dipendono da noi. Dalla nostra volontà di muoverci nell'ombra o di metterci a nudo. Di raccontarci limpidi su un palco o offuscati a malapena da un telo sottilissimo. Di fare i conti con il dolore, la gioia e le emozioni senza timore, o facendoci paralizzare dal giudizio. L'amore o il rancore, la serenità o l'irrequietezza. Tutto dipende esclusivamente da noi. Questo, in soldoni, il senso della rappresentazione, meglio della transizione di teatroterapia andata in scena ieri sera, domenica 10 ottobre, presso il teatro Galileo Galilei. Sul palco Emanuele, Carlos, Floriano e Luca, impegnati in un percorso terapeutico presso la comunità Il cuore di Crema, presidio di riferimento per le persone con dipendenze.

 

Le persone al centro

Lo show, con la regia di Rossella Fasano, “non è la conclusione di un percorso. Piuttosto un punto fermo per ripartire. Per assumere nuove consapevolezze e continuare lungo il cammino della vita. E proseguire un percorso terapeutico che consentirà ai nostri attori di tornare ad essere protagonisti della loro vita” spiega Fasano. “Questa rappresentazione è frutto del lavoro di qualche mese nell'ambito del percorso esperienziale da me condotto di teatroterapia. Un modo offerto a ciascuno di loro per mettersi in gioco, mettersi a nudo, scoprire fragilità e talenti. E provare a trasformare il dolore in qualcosa di positivo. Non intendiamo dare un messaggio univoco, proveremo a darvi degli spunti affinché ciascuno di voi possa trovare un proprio significato. Possa riflettere in silenzio”.

 

Dare un nome alla realtà

Dal canto al ballo, senza mai abbandonare la simbologia. Il teatro che viene proposto, ispirandosi a Jerzy Grotowsky , è povero, ricco di simbologia e concentrato sulla persona. Al centro ci sono le esperienze di Emanuele, Carlos, Floriano e Luca. C'è la loro rabbia prima, la paura del giudizio poi, la riscoperta del senso dell'amore. E dell'importanza di un percorso di rinascita. Ciascuno a modo proprio, ma con l'uguale coraggio di dare un nome alla realtà. Di non nasconderla più. Di non nascondersi più. Così mettono a nudo la forza del gruppo ed i conflitti, la capacità di interrogarsi e di rispondersi. Per continuare a camminare. Almeno per un tratto, insieme.

 

Prendersi cura dei legami

“In comunità– spiega il direttore Mario Tosi – non abbiamo la presunzione di fare uomini in un anno di tempo, ma proviamo a far respirare ai nostri utenti la gioia di vivere dopo un periodo complicato. La teatroterapia introdotta in comunità da don Mario Piantelli consente a ciascuno di esprimere sensazioni di sé. Di vivere appieno un'esperienza caratterizzata talvolta anche da conflitti. Di riscoprire la meraviglia dei legami. Le relazioni – conclude – sono ciò che ci hanno salvato in questo periodo di pandemia. Sono ciò che ci ha permesso di stare vicini nonostante la distanza. Il Covid lo ha ben palesato: i legami sono una risorsa per tutti”. Prendersene cura, in modo autentico, oltre il telo, resta una scelta ed una responsabilità in capo a ciascuno di noi.

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