11-10-2020 ore 14:05 | Cultura - Manifestazioni
di Gloria Giavaldi

Mondi di carta. L'importanza di chiamarsi Elisabetta Sgarbi è 'l'inseguire le passioni'

Passione, originalità, entusiasmo, musica, letteratura, vita. È questa “l'importanza di chiamarsi Elisabetta Sgarbi”. Ma lei, ospite de I mondi di carta in una gremita sala Bottesini intervistata dal giornalista Antonio Bozzo, non lo ammette. “Non amo esibirmi, preferisco nascondermi”. Rifugiarsi nelle passioni, alla scoperta del mondo. O dei mondi. “Ho vissuto e vivo ogni giorno con lo stesso impegno ed un grande amore. È questo il segreto per riuscire ad inventare il mondo o i mondi perchè dialoghino tra loro”. E anche per ripartire, dopo la decisione di abbandonare Bompiani, al momento dell'acquisizione di Rcs Libri da Mondadori: “Ho rinunciato ad una carriera avviata”. Poi è nata La Nave di Teseo, che, in accordo con Umberto Eco “doveva essere fondata sull'indipendenza assoluta”. Gli ideali erano condivisi, come la gioia di vivere ed il desiderio di lasciare impronte con le parole: “Nonostante il tempo, Umberto era un fanciullo con una passione sempre presente. Continua a vivere con le sue parole”. É il senso dell'arte in ogni sua forma.

 

Editoria

Il viaggio della Nave di Teseo è cominciato nel 2015. “A febbraio saranno cinque anni”. Tempo di storie, racconti, dialoghi. “Il mestiere dell'editore è dialogo”. Non imposizione, ma confronto. “L'editore deve essere un interlocutore dell'autore”. Da lì nascono i successi, nonostante le difficoltà. “La nave di Teseo, con tenacia, è uscita in tempi Covid in ebook con l'autobiografia di Woody Allen per la prima volta nel mondo. Oggi ha raggiunto quota settantamila copie”. Le storie dei libri più belli sono complicate. Spesso anticipate da un lungo silenzio. “Mio padre, Nino Sgarbi, ha esordito in libreria all'età di 93 anni. Si è scoperto scrittore ed il successo legato ai suoi testi ne ha confermato il talento”. Tanto che dall'ultimo dei suoi libri, Lei mi parla ancora, dedicato alla storia d'amore con Rina Cavallini, il regista Pupi Avati ha deciso di fare un film. Nel cast Renato Pozzetto, Stefania Sandrelli e Chiara Caselli. “Avere un set in casa è stato strano ed emozionante”.

 

Il cinema e la Milanesiana

“Strano come i tuoi film” le risponde Bozzo. “I miei film non sono strani. Anzi, se essere originali significa essere strani, allora sì, lo sono”. Bozzo si riferisce al film premiato alla Mostra del cinema di Venezia Si ballerà finchè entra la luce dell'alba - extra liscio punk da balera, dedicato alla musica perchè “anche la musica è importante”, alla storia di persone appassionate e alla tradizione di un luogo che si fonde con il nuovo, viaggia e “incontra il mondo”. Un po' come la Milanesiana, il festival ideato e diretto da Elisabetta Sgarbi, proposto quest'anno in una forma ibrida. “Ho rifiutato da subito l'idea di proporre un'edizione tutta in streaming perchè la cultura è incontro. Gli incontri dal vivo generano emozioni che il digitale non regala. Dopo l'isolamento, appena si è prefigurata la possibilità di fare incontri in presenza, mi sono subito attivata, rivisitando il programma e realizzando una versione particolare: gli incontri scientifici e giuridici potevano essere fatti in streaming, ma poi doveva esserci anche una parte live”. La Milanesiana, nonostante tutto, non ha rinunciato a viaggiare: “ Abbiamo visitato l'Italia ed il pubblico ha risposto bene”.

 

Cultura e digitale

L'essenza della cultura per la Sgarbi è la relazione.“Il digitale può essere un aiuto. Le piattaforme possono amplificare ed aiutare il pubblico a raggiungere luoghi lontani, non raggiungibili fisicamente. Ma non si può e non si deve ridurre tutto a questo. Con il digitale si perde il pubblico, la dimensione fisica. La cultura è fatta di persone, di legami”. Questo la rete non lo sa. “Il rischio legato ad un uso smodato del digitale è che il pubblico non abiti più gli eventi e si allontani sempre più dalla lettura”. E, più in generale, dalla cultura. É questo lo stesso principio che ha spinto Crema nel suo piccolo ad affiancare eventi in streaming ad eventi in presenza per riportare la relazione al centro e riempire gli spazi di storie, parole, persone e vita.

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