11-04-2023 ore 18:27 | Cultura - Teatro
di Annamaria Carioni

Il Fantasma dell'Opera, nella lettura di Lorenzo Samanni, rivive al Sociale di Soresina

Ore 19.00, un orario insolito per un appuntamento a teatro. Un gruppo di circa 40 persone attende nel foyer l'inizio di uno spettacolo definito dagli organizzatori “itinerante” alla scoperta di luoghi inediti del Sociale di Soresina e di una storia avvincente. Ed ecco arrivare alla spicciolata gli attori, in splendidi vestiti ottocenteschi, che, mischiandosi ai presenti, iniziano ad interagire con essi. L'intento è palese: anche il pubblico sarà protagonista delle vicende.

 

Il 1870, un anno di meraviglie
Si spengono le luci, una musica in sottofondo avvolge gli ospiti. Il regista in persona, Lorenzo Samanni, nel ruolo del narratore, alla sola luce delle candele accese in un candelabro, che regge in mano, accoglie i convenuti ed annuncia che sta per iniziare un'esperienza particolare, che li porterà in luoghi del teatro mai visti. L'attore spiega che il teatro di Soresina si appresta a diventare l'Opera di Parigi nell'anno 1870.

 

L'incontro con i personaggi
Una nobildonna fasciata in un elegante abito da sera, sventolandosi con un ventaglio nero da première soirée, presenta dapprima il visconte Raoul de Chagny, il magnate del teatro, poi il librettista dell'opera, che andrà in scena a breve, poi la spettrale coreografa ed infine la primadonna, la cantante lirica Carlotta Guidicelli, che ammicca da gran diva al suo pubblico, intercalando parole e canto.

 

Il primo colpo di scena
Si entra nella platea del teatro sulle note di 'Libiamo', la famosa aria de 'La traviata' di Verdi e ci si accomoda, pubblico ed attori, sulle poltroncine rosse. Sono in corso le prove  ed ecco arrivare la soprano, con un diverso abito, ancor più sfarzoso del primo, che inizia a cantare, circondata da ballerine in tutù e fiori. Improvvisamente, la cantante inizia a stonare, si sente male, vomita sangue. In uno dei palchetti appare il fantasma, che intima di sostituire immediatamente madame Carlotta con una delle ballerine, la soave Christine Daaé, altrimenti altri moriranno.

 

Amore e segreti
La meravigliosa voce di Christine conquista tutti; si scoprirà in seguito che il suo maestro di musica e canto è stato proprio il fantasma, che non si è mai mostrato a lei e che la ama da sempre in segreto. La giovane donna però è innamorata del visconte, che la chiede in sposa nel ridotto del teatro, dove i presenti sono stati condotti per partecipare ad un ballo in maschera. Accattivante l'idea di chiedere ai presenti di indossare ciascuno una maschera e di danzare con i personaggi. C'è chi accetta di buon grado e chi si accosta con più timidezza a questo ruolo di spettatore attivo.

 

Su e giù per le scale
Lo spettacolo si snoda a quadri, che presuppongono ognuno uno spostamento: dal ridotto si scende di nuovo verso la sala, passando nei corridoi dei palchi, nei quali si intravvedono i personaggi che raccontano particolari della storia, per arrivare sul palcoscenico, dove sono state sistemate numerose poltroncine rosse a semicerchio, per assistere alla tormentata scena d'amore tra Christine ed il fantasma: al rifiuto della donna, Erik, questo il suo nome, urlando “va', vivi, muori nella mediocrità del mondo” la rapisce, portandola via con sé.

 

Le profondità dell'anima
Si scende nel seminterrato del teatro e la tensione sale. Qui si assiste alla disperazione del fantasma per il rifiuto d'amore ed alla sua decisione di dare alle fiamme il teatro. Il fantasma dell'Opera è un uomo dal volto sfigurato, che ha scelto di isolarsi dal mondo e di far diventare il teatro la sua casa, ma anche la sua prigione. La scena è concitata, si risale con un po' di ansia verso il palco tra luci rosse e il fumo denso che simulano in modo efficace un incendio. Si torna di nuovo sul palco dove il regista narratore racconta la conclusione delle vicende, prima di congedare il pubblico, che applaude con gratitudine e sollievo.

 

Quattro chiacchiere con il regista.
Il romanzo di Gaston Leroux, ispirato ad eventi storici e a fatti realmente accaduti, ha visto numerosi adattamenti sia cinematografici, da Brian De Palma a Dario Argento, sia teatrali, come il musical del 1986 di Andrew Lloyd Webber. Lorenzo Samanni dice di essersi accostato al Fantasma dell'Opera per la sua passione per i mostri, dopo aver scartato l'idea iniziale di portare in scena la storia di Quasimodo, il gobbo di Notre Dame, e di aver affidato i ruoli dei personaggi agli allievi dei suoi corsi di teatro. I “suoi” ragazzi, un gruppo già affiatato, sono riusciti a portare in scena il lavoro in un mese. Per i due protagonisti ha, invece, attivato due collaborazioni con artisti virtuosi del bel canto lirico, mentre per i costumi si è affidato alla preziosa competenza di Lisa Muner.

 

Il teatro come scenografia
Questa è stata la brillante intuizione di Samanni, da cui è scaturito l'innovativo spettacolo itinerante. Impagabile la magia di stare seduti in proscenio ad ammirare il fascino dei palchi del Sociale di Soresina: il teatro nel teatro, lo spettatore che può godere di un'esperienza a ruoli invertiti, diventando egli stesso protagonista dello spettacolo. “Il trucco sta negli applausi inziali” spiega Samanni “E' con questa sollecitazione che si aiuta il pubblico a sciogliersi e a partecipare”. 

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