Partendo dal suo arrivo a Arles, Van Gogh - Sulla soglia dell'eternità (At Eternity's Gate) si concentra sull’ultima parte della vita del pittore, quando comincia a cambiare prospettiva sui motivi che lo spingono a dipingere: inseguendo “una nuova luce”, spostandosi dalla grigia e fredda Parigi al soleggiato sud della Francia, troverà una nuova ispirazione e una nuova frenesia creativa che andrà di pari passo con l’aggravarsi dei suoi problemi psichici e di relazione con gli abitanti del posto. “Sgradevoli, brutti, degenerati”: così definiranno i suoi quadri la locandiera, il prete (Mads Mikkelsen), i bambini.
Un viaggio in prima persona
Isolato, reietto, internato in un ospedale psichiatrico. Nei dialoghi, nei primi piani che colgono il disprezzo e la paura che suscitava l’artista in chi gli stava intorno (il solo dialogo con il prete vale la visione) e nelle soggettive, trasformano gli spettatori in Vincent; lo portano a spasso alla ricerca della luce, lo tengono stretto ai suoi momenti di disagio. Il film di Julian Schnabel si fregia dell'interpretazione di Willem Defoe. Lavoro denso di emozioni e profondamente coinvolgente.