10-12-2021 ore 12:41 | Cultura - Musica
di Claudia Cerioli

Rotary: le parole del vescovo Daniele sullo sviluppo della musica nel cristianesimo

Nel giorno in cui la Chiesa ricorda la figura di Sant’Ambrogio, patrono di Milano e di tutta la Lombardia, il Rotary Club Crema ha avuto l’onore di ospitareil vescovo di Crema  Daniele Gianotti. Ha tenuto una relazione sul tema del rapporto tra il cristianesimo e la musica: come il cristianesimo dei primi secoli ha percepito la musica, trovando in sant’ Ambrogio e in sant’Agostino, ma anche in san Tommaso, due figure fondamentali rispetto alla soluzione positiva di una storia non priva di difficoltà. Se, infatti, per noi, oggi, il rapporto tra cristianesimo e musica è scontato, questa relazione non è sempre stata facile. Periodicamente, sono emersi ed emergono sospetti, dubbi, valutazioni negative nei confronti della musica. Ci sono testi dei primi cinque, sei secoli dell’era cristiana in cui il nesso molto forte che la musica aveva con il culto pagano porta gli autori cristiani in alcuni casi, a escluderla non solo dal culto ma da tutta la vita. Al riguarda, per esempio, nasce un grosso problema con gli strumenti musicali, proprio in quanto utilizzati dal culto pagano.

 

L’organo era bandito

Ci sono esempi di canto cristiano che esclude del tutto la musica, particolarmente in seno alla tradizione bizantino-slava, quella che noi chiamiamo, semplificando, musica ‘ortodossa’. Gran parte degli autori classici russi ha composto musica sacra meravigliosa, (si pensi a Rachmaninov ma anche a Cajkovskij…). In Occidente è prevalsa una tradizione che ha dato più ampio spazio agli strumenti musicali. È noto che anche l’organo, fino all’alto medioevo, era espressamente bandito dalla liturgia perché collegato ai culti pagani. Solo più tardi, quando si è stabilizzato nelle sue caratteristiche foniche, entra a poco a poco in chiesa, fino a diventare il re degli strumenti. Da una parte si vedono i benefici, gli aspetti positivi che la musica può portare al vissuto della fede, nella liturgia e non solo; dall’altra, resta un insieme di sospetti, reticenze, fatiche, si coglie - per così dire - anche il lato seducente della musica, che può essere bello ma anche fuorviante. Ciò ha prodotto riflessioni anche molto interessanti da parte di autori cristiani.

 

Connessione con Dio e la parola

Sant’Agostino, che aveva una grande affinità istintiva per il mondo dei suoni, era molto sensibile al fascino del ‘sonoro’. Incontra il canto cristiano in un momento importante della sua vita, quello della conversione. Arriva a Milano e incontra sant’Ambrogio. Nella chiesa milanese vive e sperimenta una forma di musica e di canto sacri che si rivelano, , affascinanti, seducenti. La tradizione cristiana guarda alla musica in due direzioni: è un rapporto dell’uomo con Dio e una connessione con la parola, che si traduce nella ‘forma’, in una espressione musicale che ha una forma caratteristica. La musica dell’epoca era ancora un ambiente vago, un continuum sonoro, senza inizio e senza fine; ora assume una forma concentrata, di inno strofico, risultato dell’intreccio tra musica e parola. Il cristianesimo valorizza la musica principalmente - non esclusivamente - a servizio della parola, del canto. Questo intreccio tra musica e linguaggio è la chiave di lettura fondamentale di tutto lo sviluppo della musica occidentale. Da ambiente sonoro generale diventa realtà comunicante, comunicativa.

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