10-10-2022 ore 21:01 | Cultura - Manifestazioni
di Gloria Giavaldi

Il futuro dell'informazione tra carta, social e digitale: 'il metodo e i lettori fanno la differenza'

“In un'epoca in cui tutto cambia rapidamente, il giornalismo sociale gioca un ruolo importante”. Ospite alla giornata di chiusura della decima edizione dei Mondi di carta, il direttore di Avvenire Marco Tarquinio ha focalizzato l'attenzione sul bene, “su quella cosa che manda avanti il mondo, ma non fa notizia, non ha cittadinanza mediatica”. Eppure il giornalismo sociale “fatto come Dio comanda o meglio come la professione imporrebbe ci aiuta a riflettere su cosa siamo, cosa sta maturando nella società, sui nostri punti deboli e i nostri punti di forza”. Lo fa in un sistema in cui le notizie si rincorrono. “Il giornalismo tendenzialmente non va d'accordo con la velocità, richiede la verifica. Sprona ad andare alla radice delle cose. Poi è ovvio, dobbiamo essere consapevoli dei tempi in cui viviamo, ma dobbiamo continuare ad incrociare con tenacia le fonti, altrimenti corriamo il rischio di raccontare in tanti modi, ma non in quello giusto”. Contro le fake news, “la vera sfida è far comprendere che oltre l'informazione che si è fatta fangosa e velenosa ci sono dei pozzi di acqua potabile. È utile per preservare la nostra democrazia, per difendere la nostra umanità” In questo senso giocano un ruolo rilevante “la professionalità e la consapevolezza dei lettori”. Perché “la consapevolezza cambia il mondo”.

 

Una vocazione

Per chi si occupa di giornalismo sociale, il baluardo è uno: “la persona deve essere al centro”. Primo o ultimo che sia “la pandemia ci ha insegnato che possiamo impoverirci rapidamente”. Gli occhi devono rispetto. “Ieri e oggi, il giornalismo resta una vocazione: è un mestiere per tutti quelli che la sentono profondamente. Non bisogna avere paura di seguire il proprio percorso, che sia un sentiero o una strada maestra, purché lo si segua con intelligenza, con coerenza e con onestà”. Resistono le convinzioni, cambiano le modalità. Con Tarquinio, incalzati da Walter Bruno, anche il direttore del Corriere della Sera Luciano Fontana e il vicedirettore del quotidiano La Provincia Paolo Gualandris. Fontana ha ricordato i suoi esordi: “quando ho cominciato non esistevano né cellulare, né computer. Oggi l'edizione digitale richiede di avviare un flusso di lavoro 24 ore su 24. Oggi è il digitale a dettare i ritmi di una redazione e una redazione è fatta anche da analisti dei dati e social media manager, non più solo da giornalisti. Nel futuro dell'informazione la carta avrà un ruolo, ma non sarà quello dominante. L'informazione si sta spostando sempre più sul digitale. È fondamentale che l'attenzione che fino ad ora abbiamo riservato alla carta, venga data al digitale perché tutti i lettori vanno trattati allo stesso modo”.

 

Social network

Ciò che non muta nel tempo, è il metodo giornalistico. “Forse i social l'hanno scalfito, ma sono anche una preziosa opportunità. Hanno avvicinato al sistema dell'informazione tradizionale un gruppo di lettori, i giovani, prima distanti. E poi sono fonte di notizia. Certo, bisogna verificare. Bisogna selezionare”. Paolo Gualandris ha raccontato il “ruolo importante della stampa locale. Ad un certo punto ho deciso di lasciare Milano perché non volevo più essere solo una firma sul giornale, ma anche una faccia in piazza”. Un modo per azzerare le distanze e dare voce a realtà che diversamente resterebbero inascoltate.

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