10-10-2016 ore 19:14 | Cultura - Libri
di Silvia Tozzi

Pandino. Una Grande Famiglia presentato il libro sulla storia del Convitto. Il ricavato a don Francesco, missionario in Uruguay

Al castello di Pandino, alla presenza della preside dell'Istituto Stanga Mariagrazia Nolli, del coordinatore del convitto Roberto Baragetti e del sindaco Maria Luise Polig, è stato presentato il libro Una Grande Famiglia, sulla storia del convitto della scuola Casearia di Pandino, che ha appena compiuto cinquant'anni. Gli autori sono due educatori: Damiano Galasi e Antonio Bombelli. Alla presentazione anche il direttore del convitto Andrea Alquati, il presidente degli ex alunni Daniele Bassi e i due storici coordinatori Umberto Marinoni e Marco Pezzini.

 

Un regalo per le nozze d'oro

Nel 2010, durante il pranzo di addio al vecchio convitto in castello Marinoni disse: “Ricordatevelo ragazzi, nel 2015 saranno 50 anni esatti per il nostro convitto, anche se in castello siamo entrati l'anno successivo. All’avvicinarsi delle nozze d’oro - hanno spiegato gli autori - la frase di Marinoni, come un tarlo che credevamo sopito, ha ripreso il suo lento lavorio”.


Dal pensionato ai presepi viventi

Per un intero anno, Galasi e Bombelli hanno consultato l'archivio del convitto, hanno raccolto le vecchie foto, consultato ex allievi, collaboratori scolastici e colleghi. Il libro è strutturato con una prima parte sugli anni del pensionato, un vasto stanzone al pian terreno dell’ala nord del castello, con tante brande ammucchiate in un ambiente umido e scuro e prosegue dedicando ampio spazio al lavoro degli educatori e alle molte iniziative: i presepi viventi, le commedie, il cineforum, il giornalino, le gite. Gli scherzi e i lutti. Un ricordo è andato ovviamente a don Raffaele Cordani, primo, severissimo custode, direttore e animatore del convitto. Galasi ha anche auspicato che il sentimento di essere grande famiglia non vada mai perso.


Il ricavato in beneficenza

Il ricavato dalla vendita del libro sarà devoluto a don Francesco Ruini, ex allievo del convitto nel triennio 1978-1981, ora sacerdote fidei domine in Uruguay, America Latina, “ma che per sempre sarà parte della nostra grande famiglia”.

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