10-09-2024 ore 09:28 | Cultura - Tradizioni
di Elena De Maestri

Cattedrale: tornano le ‘Suppliche al Crocifisso’ da mercoledì 11 a venerdì 13 settembre

Ritorna in Duomo una tradizione tanto cara a generazioni di cremaschi: quella delle suppliche al Crocifisso miracoloso. “Per secoli – spiega don Ersilio Ogliari, presidente del capitolo della Cattedrale – i fedeli della città e della diocesi, in caso di particolari necessità e sofferenze, hanno chiesto ai canonici di rivolgere al Crocifisso del Duomo le cosiddette suppliche. Ora, come triduo in preparazione alla festa dell’esaltazione della Santa Croce, che cade sabato 14 settembre, abbiamo pensato di proporre questa celebrazione per tutte le necessità particolari di chi vorrà prendervi parte”.

 

La liturgia in cattedrale

L’appuntamento è per mercoledì, giovedì e venerdì. Alle 8, la consueta Messa capitolare all’altare maggiore, arricchita dal canto delle Lodi mattutine, vedrà pure una breve omelia. E “dopo l’orazione che segue la Comunione si formerà una piccola processione che dal presbiterio muoverà verso l’altare del Crocifisso, a cui verranno rivolte le suppliche per le necessità della chiesa di Crema e di ogni fedele”. Durante il movimento liturgico sarà cantata l’antifona gregoriana Crucem tuam, propria del Venerdì Santo, mentre l’assemblea si scioglierà intonando il popolare Ti saluto o Croce Santa. La stessa celebrazione avverrà anche sabato, festa liturgica dell’Esaltazione della Santa Croce, quando per solennizzare la liturgia sarà cantata la Missa de Angelis (ovvero il Gloria, il Sanctus e l’Agnus Dei secondo la melodia tardo-gregoriana che la tradizione della Chiesa riserva alle festività più importanti).

 

La storia del Crocefisso

Pochi lo sanno. Ma all’altare del Crocifisso, così come a quello di san Pantaleone e della Madonna, è possibile accendere grandi candele della durata di circa tre giorni e mezzo. Per farlo, è necessario rivolgersi al sacrista, presente ogni giorno tra le 7.30 e le 12, e ancora dalle 16 alle 19. Risale all’antichità la devozione dei cremaschi al Crocifisso duecentesco. Secondo una leggenda molto radicata sul territorio, a metà quattrocento questa scultura lignea fu gettata per spregio in un fuoco acceso in Duomo nell’ambito delle guerre tra guelfi e ghibellini. E, subito, avrebbe ritratto le gambe così come oggi le vediamo. La Chiesa cremasca, invece, ascrive ufficialmente a quest’immagine sacra alcuni miracoli, tra cui la cessazione delle piogge nel 1708, con la conseguente salvezza del raccolto, e nel 1780 l’avvenuto spegnimento dell’incendio di una polveriera, prima che deflagrasse. Nel passato, anche non molto lontano, le suppliche al Crocifisso hanno anche segnato il viatico di molti moribondi. Tutti i cremaschi ricordano poi l’ostensione solenne del marzo 2020, proposta in streaming dal vescovo Daniele Gianotti, in piena pandemia. Fatto sta che, anche oggi, questo Crocifisso è l’immagine più venerata della Cattedrale.

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