10-07-2019 ore 11:43 | Cultura - Libri
di Andrea Aiolfi

Crema. Sala Bottesini gremita per l'ultima notte di Ayrton Senna raccontata da Terruzzi

Ieri sera, in una sala Bottesini gremita, il giornalista e scrittore Giorgio Terruzzi ha presentato la ristampa del suo acclamato libro Suite 200. L’ultima notte di Ayrton Senna dedicato al pilota brasiliano scomparso tragicamente sul circuito di Imola nel 1994. L’evento è stato organizzato da Banco BPM ed è inserito nel ciclo Incontro con l’autore. Ambientata nelle poche ore che precedono l’inizio del Gran Premio di San Marino, la storia ricostruisce i pensieri e i tormenti di Senna in un momento non semplice: era appena morto Roland Ratzenberger e Rubens Barrichello aveva avuto un brutto incidente durante le prove. Oltre al lavoro, la vita privata di Ayrton lo tormentava, il difficile rapporto con la sua famiglia a causa della fidanzata era un problema costante. Cosa avrà pensato in quei momenti? Come sarà andato incontro alla tragica sorte? Terruzzi lo racconta parlando dell’uomo dietro al pilota.

 

Il mito e il pilota

Le domande della presentatrice dell’incontro, Cristina Coppola, sono solo uno spunto: il giornalista è a ruota libera, non sta fermo un attimo, vuole trasmettere in ogni gesto e in ogni parola la passione e il profondo rispetto provato per questo campione scomparso. “Gli eroi son tutti giovani e belli” cantava Francesco Guccini e così è per Senna, rimasto cristallizzato nella memoria collettiva così come era a 34 anni. Il suo essere così diverso dagli altri campioni, introverso, poco incline a divertimenti esagerati e con una spiritualità molto forte, lo ha reso un caso unico nel mondo della Formula 1. Così come gli altri grandi campioni di quel mondo, Michael Schumacher e Valentino Rossi, la sua dedizione al lavoro e soprattutto la sua bravura, gli hanno procurato nel tempo dei nemici, delle rivalità servite ad accrescere la brama di successo ma anche il loro mito. Purtroppo la vita di questi piloti porta anche un grande peso con sé: la consapevolezza di essere sempre al limite, di vivere situazioni estreme ogni giorno e che ogni giro di pista potrebbe essere l’ultimo.

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