10-05-2021 ore 19:57 | Cultura - Itinerari
di Gloria Giavaldi

A Crema dopo Call me by your name. Il libro di Francesca: 'i luoghi raccontano amore'

L'edicola, piazza Duomo, i vicoli, il calore, la gentilezza, il sogno di camminare negli stessi posti di Elio ed Oliver, i protagonisti del film di Luca Guadagnino, Chiamami con il tuo nome. Per Francesca Somavilla Crema è questo. “Quando mi sono trovata di fronte all'edicola di piazza Duomo ho sentito il cuore balzare fuori dal petto. Mi pareva di essere accanto ai protagonisti. Sogno un giorno di trasferirmi lì, mi sono sentita a casa”. Pochi istanti dopo il suo accento toscano la riporta alla realtà. “Con l'aiuto della Pro loco, del vicepresidente Franco Bianchessi e di Francesca Gnocchi, ho deciso di mettere nero su bianco la mia esperienza in città”. E' nato così A Crema, il cuore dei cuori, edito da Editions later.

 

Luoghi che rubano il cuore

Dieci pagine, colme di passione, di amore, di stupore. “Quei luoghi sanno incantare e noi, spettatori innamorati, non guariremo mai. Non sono abituata a questo tipo di turismo: vivete in posti capaci di accogliere lo spettatore, di fargli rivivere la scena”. Come se non ci fosse lo schermo. “Non si avverte alcuna distanza, complice la gentilezza delle persone che vi abitano”. Francesca ha indagato questo fenomeno nella sua tesi di laurea in scienze del turismo. “Si intitola Emozioni che fanno viaggiare: il fenomeno del cineturismo a Crema nelle location di Chiamami col tuo nome, mira ad indagare il fenomeno del cineturismo in città, non tanto dal punto di vista del marketing territoriale, ma dal punto di vista emotivo”. Secondo Francesca “certi luoghi attraggono perché suscitano emozioni: è il mio caso e il caso di Crema. Ma non vale solo per me. Pare che quella musica, quel calore, quei protagonisti spensierati in bicicletta con il loro amore abbiano fatto innamorare tante persone facendoci capire che siamo liberi di amare. Non dobbiamo avere paura”.

 

Sentirsi a casa

Poi torna alla sua prima volta in terra cremasca. “Quando sono arrivata a Crema non sapevo dove andare. L'unica tappa definita era quella della Pro loco, lì mi si è aperto un mondo, dopo aver visto la stanza del tesoro dedicata al film con le firme dei fan da ogni paese”. Poi c'erano i gadget, “li volevo tutti” e il tour in città, “per esplorare ogni singolo angolo di quella storia e non perdermi neanche un centimetro di quel posto magico. Ho seguito le indicazioni dell'audioguida. O almeno ci ho provato: non capivo niente, ero troppo emozionata”. Una foto la ritrae sorridente davanti a Villa Albergoni o al Laghetto dei riflessi di Ricengo. “Con mia sorella ci siamo fatte guidare da Alberto Maccalli lungo il tour d'amore di Elio ed Oliver”, fatto di posti che riempiono di significato la parola accoglienza. “Ricordo di un dono che mi è stato fatto in piazza Duomo pochi minuti dopo essere giunta: lì ho capito che mi sarei sentita a casa per i giorni successivi”.

 

Il bello di amare

L'amore è anche questo. “Crema è una città gentile. Grazie a lei e al film ho scoperto un lato del vero amore: quello che spesso chiede di lasciar andare per tenere con sé emozioni e sentimenti preziosi”. Il batticuore che Crema, cuore dei cuori, provoca, Francesca lo custodisce ancora. “Noi spettatori appassionati – scrive nel libro – guariremo mai? Non credo proprio – risponde – ma dopotutto chi vuol guarire dall'amore?”.

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