10-05-2020 ore 16:20 | Cultura - Incontri
di Claudia Cerioli

Arrigo Barbaglio, il nuovo romanzo ambientato nell’attualità del Coronavirus

Scrittore e fotografo, Arrigo Barbaglio è stato intervistato da un blogger milanese, Marco Odino, sulla situazione che sta vivendo la città, tra le più colpite dal Coronavirus in tutta Italia. Barbaglio ha approfittato del lockdown per iniziare a stendere il suo prossimo romanzo, calato nell’attualità, con l’emergenza a fare da colonna sonora, con riferimenti al villaggio delle “lamentazioni” del profeta Geremia. Il lavoro è a buon punto. Questa è una nota positiva nel panorama dell’editoria che durante la quarantena ha subito un drastico calo dei titoli in uscita (-18 mila). Per non parlare delle case editrici indipendenti che si possono quasi contare sulle dita di una mano.

 

Riflessioni sulla quarantena

La prima domanda ha riguardato l’ospedale cittadino che si è trovato ad essere centro di ricovero e smistamento dei pazienti contagiati, provenienti anche dalle province limitrofe. “I residenti – spiega Barbaglio - si sono trovati al centro di una pandemia ancora più violenta”. La quarantena forzata ha portato a fare il punto su temi importanti dell’esistenza e anche a fare una riflessione e cernita degli affetti e delle persone che veramente vogliono far parte della vita di un altro.

 

La pandemia e i rapporti sociali

Per Barbaglio i rapporti interpersonali sono migliorati, per il momento, ma col tempo, probabilmente “si tornerà, nella normalità, a comportarsi come prima, in quanto è insito nel dna individuale, salvo per chi ha subito dei lutti. Col ritorno alla normalità questa cosa peserà ancora di più perché si arriverà a rielaborare il tutto in maniera più nitida”. Chi dimentica, per esempio, i camion che hanno trasportato le salme fuori Bergamo perché i cimiteri erano saturi?

 

Social utili

In questa condizione di chiusura una parte importante l’hanno fatta i social: “sono stati rivalutati anche dai più scettici. Sono stati un fortunato veicolo per collegarsi con gli affetti più cari. Io -ha concluso Barbaglio - ne faccio un uso utile, condividendo immagini e testi culturali”.