10-04-2021 ore 20:05 | Cultura - Incontri
di Rebecca Ronchi

Disturbi alimentari, Ambra Angiolini agli studenti: ‘la fragilità è un valore aggiunto’

“La fragilità? Rappresenta un valore aggiunto”. Incontrando gli studenti dell’ufficio scolastico delle province di Cremona e di Sondrio, Ambra Angiolini ha presentato il suo libro InFame, sul tema della bulimia e dei disturbi alimentari, ha sottolineato come la sua storia sia simile tanti: “non avevo l’esigenza di raccontarla ma avevo la possibilità di renderla utile agli altri, di descrivere una sorta di metamorfosi che valeva davvero la pena di essere condivisa. Questa storia ha poi trovato un suo posto nel mondo aiutando altre storie a venire a galla”.

 

Lasciare un piccolo segno

“Sono contenta che questo “piccolo francobollo giallo” stia generando tanta vita; molte persone che hanno a che fare con disturbi alimentari mi chiedono una mano, un consiglio e sono convinta che il libro possa lasciare in loro un segno. L’unico “fardello” che porta è il mio nome per il resto sapevo che avrebbe avuto gambe abbastanza forti per camminare da solo”. Secondo l’attrice “non esiste una soluzione uguale per tutti, così come non esiste un amore uguale per tutti. Nel mio caso, in quegli anni, sentendo la pancia tanto vuota, la sensazione era che dovesse essere riempita da una vita e così è avvenuto attraverso la nascita di mia figlia”.

 

Imparare ad accettarsi

“Ciascuno di voi può trovare la propria risposta senza avere paura di circondarsi di persone capaci di rispettare l’oceano che ognuno di voi rappresenta. Bulimia e anoressia sono malattie che si nutrono di sensi di colpa e la prima cosa da fare è imparare a non sentirsi sempre responsabili della sofferenza altrui. Occorre entrare in confidenza con se stessi e farsi una bella carezza. Tutti noi siamo pieni di difetti, dobbiamo solo prenderne atto ed imparare ad accettarci. Se negli anni più difficili avessi avuto occasioni di confronto come questa, forse la mia strada sarebbe stata meno tosta. Non c’è nessuna vergogna nel parlare del proprio disagio: siamo solo “malati d’amore” ma occorre imparare a canalizzarlo nel modo giusto”.

 

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