10-03-2025 ore 20:34 | Cultura - Teatro
di Annamaria Carioni

Maurizio Micheli 'Uomo solo in fila' in dialogo con la vita e con il pubblico al San Domenico

Venerdì 14 marzo 2025 alle ore 21.00 sul palco del Teatro San Domenico di Crema andrà in scena “Uomo solo in fila”, uno spettacolo comico musicale, scritto ed interpretato da Maurizio Micheli con la regia di Luca Sandri. L'eclettico protagonista, attore, comico e commediografo, in una piacevole intervista telefonica, in cui ha condiviso con naturalezza ed autoironia ricordi personali e profonde riflessioni sul teatro, sull'essere attore e sulla vita, ha parlato di sé e dello spettacolo, da lui stesso definito “divertente, ma con qualche momento di amarezza, una metafora della vita, dove si è sempre soli, un piccolo bilancio, una riflessione, una speranza”.

 

Due anime in una
Nato a Livorno, il comico si trasferisce in tenera età a Bari. Alla domanda su come riescano a convivere queste due anime, Maurizio risponde con tono schietto: “Convivono. Mi sono trasferito a Bari quando avevo 11 anni per il lavoro di mio papà. Qui sono entrato in contatto con una realtà diversa, ma in fondo non troppo lontana: sono entrambe città di mare e a Bari ho trovato grande interesse per il mondo culturale e teatrale. Livorno è una bella città, con un bellissimo mare, ma quanto a cultura, a parte Modigliani e Mascagni, non è così viva”. L'attore racconta di aver imparato il dialetto barese, uno dei più comici a suo dire in Italia.

 

Una formazione eccellente
La convinzione di voler intraprendere la carriera di attore risale al periodo compreso tra la fine del liceo e l'inizio dell'Università, dove Maurizio sperimenta il fare teatro. Segue un percorso di formazione di tutto rispetto: si diploma alla Scuola del Piccolo Teatro di Milano, fondata nel 1987 da Giorgio Strehler e diretta, fino alla sua morte nel 2025, da Luca Ronconi, riconosciuta come eccellenza internazionale nell'ambito della formazione attoriale, e si laurea al D.A.M.S. di Bologna con Luigi Squarzina. “Devo tutto ai trasferimenti di mio padre – rivela il suo racconto così aperto e genuino - Io non sarei mai andato a Milano: stavo così bene a Bari, ma lì la mia vita è cambiata” .

 

La costante attività teatrale
Inizia a lavorare nel teatro da professionista nel 1970, attività che non ha mai abbandonato e che è stata una costante nel suo percorso di crescita personale e lavorativa. “A giugno saranno 55 anni che faccio questo mestiere – ribatte con voce pacata e soddisfatta, quando sottolineo che è impossibile elencare tutte le sue interpretazioni – L'opera, a cui sono più legato è il mio monologo, intitolato Mi voleva Strehler e scritto insieme a Umberto Simonetta, che ha debuttato a Milano nel 1978 ed è andato in scena fino a qualche anno fa con 1200 repliche in 45 anni". Definire Micheli attore comico o cabarettista è davvero riduttivo: non solo rivela di essere un'artista eclettico di grande spessore e solida preparazione, ma anche un uomo di raffinata cultura, che si racconta con disinvolta colloquialità e con un'autoironia sottile e garbata che conquistano.

 

I successi televisivi
Micheli partecipa anche a numerosi varietà televisivi, diretti da registi iconici del panorama italiano, quali Giancarlo Nicotra, Enzo Trapani, Romolo Siena e Antonello Falqui, e all'edizione di Fantastico 1987-88 di Adriano Celentano, regalando al pubblico indimenticabili personaggi popolari, prevalentemente di estrazione pugliese, come Dino de Nitis Disc-Jockey di Radio Bitonto Libera oppure la signora Anna Rosa di Fonzo in arte Susy e ancora l'avvocato Rocco Tarocco del foro di Trani. 

 

Cinema, non abbastanza
Nel 1976 l'artista recita nel film “Allegro non troppo” di Bruno Bozzetto e nel corso dei mitici anni Ottanta lavora per il grande schermo con registi del calibro di Sergio Corbucci, Steno, Ettore Scola, Nanni Loy e Neri Parenti. Con “Il commissario Lo Gatto” di Dino Risi raggiunge una vastissima popolarità. “Avrei fatto volentieri anche più film – confessa Maurizio con velata nostalgia - La grande commedia all'italiana degli anni sessanta e settanta è finita, perché sono finiti gli autori. Come diceva Alfred Hitchcock le tre cose più importanti per fare un grande film sono la sceneggiatura, la sceneggiatura, la sceneggiatura”.

 

Scrittore e doppiatore
Accanto alla longeva scrittura teatrale, nel 1996 pubblica “Sciambagne”, una serie di monologhi e racconti di stile cabarettistico, nel senso migliore della parola, il cui titolo curioso deriva da una famosa scena del film “Rimini Rimini” con Laura Antonelli, e nel 2002 esce il romanzo “Garibaldi amore mio”, edito da Dalai, dal quale è stata poi tratta una commedia per la stagione teatrale 2003-2004 con la produzione del Teatro Franco Parenti di Milano. Nel 2021 si diverte anche a doppiare il gatto nel film d'animazione italiano “Pinocchio”, diretto da Enzo D'Alò, basato sul romanzo di Carlo Collodi e con la colonna sonora curata da Lucio Dalla.

 

Uomo solo in fila
Micheli sarà gradito ospite del teatro San Domenico con il suo nuovo spettacolo Uomo solo in fila, in cui nei panni di Pasquale si troverà in coda in un anonimo ufficio di Equitalia, a fianco ad altri esseri umani che, come lui, aspettano di conoscere il proprio destino.  “L'idea mi è venuta da Franz Kafka: nei suoi libri c'è sempre una prigione ingiustificata, l'uomo è prigioniero e non sa perché. Fatte le dovutissime proporzioni, quando uno entra in un posto come Equitalia non sa mai quando entra e quando esce. Sa che deve qualcosa a qualcuno, ma non gli viene detto cosa, parlano un'altra lingua, che lui non capisce e, mentre aspetta il suo turno, riflette sulla sua vita”.