09-10-2022 ore 20:39 | Cultura - Manifestazioni
di Gloria Giavaldi

Bergonzoni: 'per salvare il futuro dobbiamo fare l'impossibile. Torniamo ad essere opere d'arte'

“Siamo arrivati ad un punto nodale: non siamo più chiamati a fare il possibile. Per costruire il futuro dobbiamo fare l'impossibile. Il festival Mondi di Carta arriva dritto al punto: parla di visione e di domani. La visione non è il sogno, non è l'utopia è ciò che ti fa vedere prima di altri ciò che c'è e ci sarà”. E così permette di essere parte o “p-arte”. Per il futuro serve pensiero, “dignità, identità, etica, ma prima di tutto poetica”. La poetica salva, “non è importante che le parole dicano”. Non basta. Non può bastare “è importante che le parole diano, che facciano”. Sono il mezzo “per il pensiero”. Parliamo male “perché a volte manca”. Allora ha senso raccogliersi. “Per creare, per costruire”. Alessandro Bergonzoni è arrivato in sala Da Cemmo tra gli applausi per “raccontare la sua summa”. Il giornalista Antonio Bozzo stringe tra le mani la copertina di Aprimi cielo, l'ultima fatica letteraria dell'autore, “una raccolta di 10 anni d'attività su Il Venerdì di Repubblica” tra “la chirurgia etica utile a rifarci il senno” o i “segnali di fummo” per “ricordarci” o forse non dimenticarci “ciò che siamo stati”.

 

Opere d'arte

Tesori di una vita o di vite “che continuano, che meritano di essere raccontate”. Perché non c'è un solo modo per vivere. Bergonzoni lo avverte da vicino, attraverso La casa dei risvegli, una struttura di lungo degenza per persone in stato vegetativo o in stato di minima coscienza o con gravi disabilità a lento recupero. “Sono corpi che sentono”. Serve cambiare prospettiva “è un viaggio da Ahimé a Hai me, è importante raccontare presenze, parola, pensiero, sorrisi. Voglio essere chiaro: sono contro l'accanimento terapeutico, chi non ce la fa, deve avere il diritto di andare, ma chi ce la fa deve poter raccontare che si possono vivere vite felici”. Tutti possiamo dire qualcosa perché “siamo opere d'arte, quindi operiamo. Torniamo ad essere grandi. Ché grandezza non è superbia, è fare uno sforzo in più dall'alzarci del letto. È elevarci. È dare le risposte che i nostri figli ci chiedono su un mondo rovinato ed un domani incerto”. Operiamo “facciamo il bene: fa un suono meraviglioso, ma lo suoniamo troppo poco”. Dobbiamo cambiare. “Dobbiamo andare dove non ci aspettano, gli artisti fanno così. Serve evolvere. “Serve la ri-evoluzione. Invertiamo la tendenza”. Il futuro merita di più.

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