09-09-2022 ore 14:00 | Cultura - Arte
di Walter Venchiarutti

I marmi provenienti dalla collezione Torlonia in esposizione alle Gallerie d’Italia di Milano

In questi giorni alle Gallerie d’Italia di Milano continua il successo di una tra le più apprezzate mostre che la città abbia mai offerto in questi ultimi tempi. L’esposizione, dedicata alla classicità romana, è stata prorogata fino al 18 settembre e raccoglie una straordinaria rassegna costituita da più di 500 sculture in marmo provenienti dalla collezione Torlonia. Un centinaio sono state selezionate ed esposte in accurata scenografia. Il visitatore si incanta e commuove quando entra nei saloni di quella che un tempo era la sede della Banca Commerciale Italiana.

Un santuario degli affari è diventato tempio dedicato alla bellezza artistica. I capolavori esposti appartengono alla collezione romana del principe Alessandro Torlonia e dimostrano una lungimirante caparbietà, frutto di raffinata metodologia conservativa. A partire dal Rinascimento le tecniche di restauro impiegate hanno contribuito alla salvaguardia del prestigioso patrimonio storico costituito non solo con finalità estetiche ma testimonianza di programmato disegno culturale. L’abilità scultorea, l’insuperata perfezione glittica offrono una documentazione visiva delle abitudini, delle mode, dei valori e delle credenze che hanno permeato l’epoca imperiale.

Sono un ineludibile archetipo dei grandiosi fasti che caratterizzano l’esprit du temps. Tanta capacità espressiva più che meravigliare sbalordisce. L’attento osservatore può cogliere il frutto di una straordinaria volontà di potenza, espressione di un amore smisurato per la vita. La naturale dimestichezza si esprime nell’impiego di tecniche materiali e nella palpabile consuetudine a comprensioni misteriche ormai smarrite col passare dei secoli. Non si tratta affatto del semplice accumulo di belle anticaglie. Accostarsi a queste opere d’arte con l’umiltà di voler comprenderne il segreto messaggio lasciato dagli artefici equivale al superamento di quell’invalicabile binomio spazio-tempo che da sempre condiziona l’esistenza dell’essere umano. Si instaura così un rapporto di intimità, una comunione di intenti sorprendente. È facile notare quanto la freddezza del marmo possa diventare indice di calda conoscenza.

La razionalità illuminista ha provveduto a preservare dall’oblio; la catalogazione e l’istituzione di un museo privato permettono la trasmissione di una sincera interpretazione. Dalla fortunata scalata socio-economica dell’intraprendente famiglia è derivata la costituzione di una eredità singolarmente unica. Le vicende della casata Torlonia si intrecciano con le fortunate acquisizioni di una vera e propria “collezione di collezioni”. Dall’esposizione di tanti capolavori scelti ricordiamo nella galleria dei ritratti quelli della Fanciulla Torlonia e del Vecchio da Otricoli, i sarcofagi monumentali provenienti dagli scavi Torlonia, il gruppo di sculture da Villa Albani, il lascito Cavaceppi, la collezione originaria di Vincenzo Giustiniani e le raccolte pervenute nel corso dei secoli XV-XVI.

Sfilano i busti di famosi imperatori, manifesti pubblici della loro legittimazione; sconosciuti popolani mostrano i segni del lavoro nella rudezza dei volti; superbe matrone posano accanto a gracili fanciulle, eterei efebi ammiccano e immagini di imponenti divinità si alternano alle mitiche storie che emergono dagli affollati rilievi. I frammenti più antichi portano le stigmate dei successivi aggiustamenti, alcuni soggetti hanno costituito il modello per successivi complessi statuari. Il piacere ieri riservato a pochi è oggi diventato vetrina e condivisione per molti.

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