La famosa serie televisiva italiana, ideata e scritta da Cristina Farina e Maurizio Careddu, prodotta da Rai Fiction e Picomedia, conquista anche i palcoscenici: nella forma del musical Mare fuori approda al Ponchielli di Cremona con il tutto esaurito. Da più di un anno, lo spettacolo conferma nei maggiori teatri della penisola l'enorme gradimento del pubblico, e non soltanto giovanile, esattamente come per le cinque stagioni, trasmesse su Rai Due con ascolti record e in seguito disponibili anche su piattaforme streaming. E' un vero fenomeno italiano: la fiction diventa un cult generazionale, con milioni di reels, meme e trend, che si diffondono sui social, amplificandone a dismisura il successo.
Mare fuori il musical
La storia è ambientata nel carcere minorile di Nisida e racconta in modo crudo la vita dei giovani detenuti, che hanno alle spalle storie particolarmente tormentate. Molti di loro provengono da famiglie criminali e disfunzionali, da cui è difficile affrancarsi: abbandonati a se stessi, alcuni hanno commesso errori e crimini efferati; altri, pur essendo nati in famiglie oneste, hanno subito il fascino del sistema malavitoso e l'illusione dell'agiatezza, che esso sembra promettere. Alle loro storie si intrecciano quelle della direttrice Paola Vinci, dell'educatore Beppe Romano e della guardia penitenziaria Nunzia, che, con instancabile impegno e modi affettuosi, cercano di far capire ai giovani detenuti che una via diversa è sempre possibile.
180 minuti di ammuina
A sorpresa gli artisti entrano correndo dalla platea ed è subito baraonda: luci intermittenti, urla contro il pubblico, una moto che romba sul palco. La recitazione è melodrammatica e le emozioni sono gridate a tinte forti, soprattutto nei momenti più drammatici. La narrazione è costellata da morti tragiche: Ciro, ucciso per errore da un amico in una rissa, Nina, ammazzata in un agguato davanti alla chiesa, dove si è appena sposata con Carmine, Viola, che si getta disperata dal terrazzo del carcere e Totò, freddato con un colpo in testa da un boss mafioso, perché ha deciso di cambiare vita e quindi è diventato 'na pecora che non merita di vivere.
Napule 'o sole 'o mare
Le quinte e la parete di fondo a ledwall materializzano scenografie virtuali così perfette da sembrare tridimensionali: i vicoli della città partenopea, l'interno della prigione, una finestra dalla quale si intravvede il Vesuvio. Napoli è onnipresente nelle immagini e nell'esuberante dialetto, che permea ogni dialogo, così come nelle musiche pop neomelodiche, riprese dalla colonna sonora originale della serie tv, dirette e arrangiate per la versione teatrale dal maestro Adriano Pennino. Canzoni accorate come 'O core mio e Vient 'e primavera o più ritmate come Origami all'alba, scritte da Stefano Lentini e da Raiz, voce degli Almamegretta, vengono interpretate a cuore aperto ed impreziosite dalle coreografie energiche e ritmate di Marcello e Mommo Sacchetta.
Giovani storie
Protagonisti delle vicende sono Carmine Di Salvo e Filippo Ferrari, due adolescenti che vivono realtà opposte: il primo proviene da una famiglia camorrista napoletana, dalla quale vorrebbe distaccarsi per costruire una vita onesta con la fidanzata Nina e diventare un parrucchiere, mentre il secondo è un promettente pianista, nato in una benestante famiglia milanese, che si trova in vacanza nel capoluogo campano. Rinchiusi entrambi in regime di custodia cautelare nel carcere minorile, dove vengono presi di mira dal detenuto Ciro Ricci, figlio di un potente boss rivale dei Di Salvo, nonostante le profonde differenze, diventano migliori amici e la loro presenza ribalta l'equilibrio nel penitenziario.
Un microcosmo tra le sbarre
Accanto a loro un caleidoscopio di personaggi: Rosa Ricci, Totò, Cardiotrap, Crazy Jane, Dobermann e tanti altri, che condividono la medesima sorte. Metafora della gabbia interiore in cui si muove il disagio generazionale e paradossalmente luogo protetto in cui intessere legami profondi, il carcere diventa un microuniverso, che racchiude e rappresenta il mondo che sta fuori: qui i ragazzi sperimentano il senso di ribellione, gli amori travagliati, il desiderio di riscatto e la voglia di libertà, identificata in quel “mare fuori”, che si può solo ammirare da lontano con malinconia struggente. Solo la musica sembra offrire una possibile via di crescita e di rivincita.
La marefuorimania
Regista e coautore della riduzione teatrale è il comico napoletano Alessandro Siani, che punta sulla storia d'amore tra Rosa, l'intensa Maria Esposito, e Carmine, interpretato da Mattia Zenzola, il ballerino vincitore della ventiduesima edizione di Amici di Maria De Filippi. I due innamorati sembrano essere portatori della speranza di poter vivere e non soltanto sopravvivere. Il mare fuori diventa una promessa di riscatto, di felicità possibile e si può cantare tutti insieme, attori sul palco e pubblico in sala: “Nun te preoccupà, guagliò, ce sta 'o mare fore”.