Per la sesta volta il comune di Milano, in occasione delle feste natalizie, ospita un capolavoro d'arte pittorica, che quest'anno proviene dai Musei Vaticani, la Madonna di Foligno, dipinta nel 1511-12, da Raffaello, per la prima volta chiamato a Roma da papa Giulio II.
Dal legno alla tela
L’opera, inizialmente su legno e poi trasportato su tela durante la permanenza al Louvre di Parigi, nel 1797, raffigura anzitutto nella parte alta la Madonna col bambino in un disco d’oro circondato da angeli adoranti. Viene detta ‘da Foligno’ perché era la città natale del committente, la cui nipote, badessa d’un convento, per duecento anni ha conservato la tela mentre i papi rifacevano la basilica romana dell’Ara Coeli.
La Legenda Aurea
Raffaello si è ispirato alla Legenda aurea, di Jacopo da Varazze, vescovo di Genova, che nel 1258 narrò un fatto singolare, raccolto dalla tradizione molto antica. Il giorno della nascita di Gesù, la Madonna col piccolo sarebbe apparsa all’imperatore Augusto e alla Sibilla Tiburtina, dicendo loro che era nato un bambino più grande dello stesso imperatore, che pertanto non poteva farsi chiamare divus perché Dio si era fatto uomo a Betlemme.
Ara coeli
Questa apparizione in un disco d’oro sul Campidoglio ha definito quel luogo Ara coeli, per cui i cristiani hanno costruito poi quella stupenda basilica dedicata a Gesù bambino, chiamandola con quel nome. Nel corso dei secoli i papi hanno affidato ai francescani l’animazione di quella chiesa, così che Giulio II ha invitato Raffaello a dipingere la grande pala che avrebbe dominato l’abside centrale. Il committente è stato il suo segretario, Sigismondo De’ Cenci, che però non ha visto l’opera completata.
Madonna col Bambino
Il quadro rappresenta la Madonna col bambino, mentre nella parte inferiore a grandezza naturale si trovano quattro personaggi: Giovanni Battista che guarda il pubblico e indica la salvezza in Gesù; San Francesco, inginocchiato, che a Greccio nel 1223 ha presentato il primo presepe vivente; San Gerolamo, col leone accanto, primo segretario di Stato Vaticano e patrono dei successori: Infine il committente, con il volto che richiama il teschio, perché in quel momento s’era già spento.
Il paesaggio e la curiosità
Il volto di San Gerolamo, raffigura papa Giulio II, che s’era fatto crescere la barba come voto nella lotta armata contro i francesi. La sua vittoria l’ha poi portato a radersi. Al centro si trova un angelo, con un quadro, senza scritta, chiamata tabula ansata, perché il committente non ha fatto in tempo a dettare l’iscrizione. Il paesaggio, molto profondo e dolce, colpisce per le fiamme sul tetto di una casa, quella di Sigismondo, che per questa ragione ha voluto ringraziare la Madonna per il suo intervento salvifico, rappresentato anche con un arcobaleno che ripropone lo stesso cerchio dorato.