08-05-2023 ore 12:11 | Cultura - Musica
di Annamaria Carioni

Applausi e magia al teatro san Domenico per Got Back, 'Sei personaggi in cerca dei Beatles'

Una serata magica al teatro san Domenico di Crema. Il palco è affollato di strumenti, il pubblico numeroso chiacchiera in sala con voci sommesse. L'atmosfera è quella che si respira ai grandi eventi. “Eccolo qui il principio della magia, dal nulla l'arte. Buio. Luce”. Il giovane Nicolò Schiavini, con una candida camicia bianca che lo abbraccia morbida, apre lo spettacolo con energia: non è un attore professionista, ma si muove sul palco con sicurezza, con disinvoltura. “Nelle canzoni si celano messaggi in codice” - dice introducendo il pubblico nella storia – per questo motivo ogni volta ci parlano in modo diverso, ci dicono cose nuove”. E parte la musica, l'intramontabile, affascinante musica dei Beatles.

 

Come together
Scritta da John Lennon e Paul McCartney è un invito a stare insieme, a condividere le melodie e le emozioni che questa canzone suscita: la bellissima voce di Francesco Cella, così giovane eppure già così artisticamente maturo, si amalgama con i suoni della chitarra, duttile e virtuosa nelle sue mani. Ogni musicista sul palco è artefice della sua parte di magia e il pubblico fin da subito risponde con partecipazione, accogliendo l'invito a sentirsi parte della storia.

 

Musica e magia degli anni Settanta
Dalla platea a sorpresa arriva un personaggio misterioso: indossa dei jeans a zampa d'elefante, una camicia nera con rouches e una giacca di velluto verde scuro, gli anni Settanta fatti persona. Porta con sé un borsone di pelle nera, da cui estrae un martello, che diventa un microfono immaginario, poi una sveglia, metafora della sua volontà di risvegliare, sul palco come in platea, gli animi dei presenti e molti fogli. Crea scompiglio, sembra disturbare i musicisti che stanno provando le canzoni del quartetto di Liverpool.

 

Day tripper, il viaggiatore per un solo giorno
Man mano che si dipana la storia, scopriamo che l'uomo, interpretato con grande fascino da un istrionico e convincente Nicola Cazzalini, si chiama Mal e conosce molti aneddoti e retroscena sui quattro musicisti inglesi e sulla genesi dei loro brani.”Le canzoni migliori sono figlie dell'esperienza” rivela al giovane co-protagonista, che inizialmente sembra non sopportarlo e che pian piano inizia ad esserne attratto. Poi spiega a tutti che i Beatles hanno detto no alla banalità e hanno intrapreso scelte all'insegna del coraggio e della sperimentazione.

 

Energia, vita, rabbia
Queste sono le sensazioni che devono liberarsi secondo Mal e la band riesce ad incarnarle magistralmente: Roberto "Big" Conti, voce e basso, e Dario Sorano, voce e chitarra, due specialisti del repertorio Beatles, sia quando duettano, sia quando interpretano singolarmente i brani suadenti o più ritmati conquistano e strappano vigorosi applausi. Insieme a Giancarlo Dossena alla batteria e Pierangelo Mulazzani alle tastiere formano un gruppo di maestri e di artisti di altissimo livello e di forte empatia con il pubblico.

 

Non si può amare, se non ci si ama
Non può mancare un accenno all'amore, che abita molti brani e li riempie di gioia o di dolore, risvegliando in chi ascolta ricordi felici o nostalgici: Something con le sue note morbide accarezza le persone in platea e avvolge la sala come in un incantesimo senza tempo. Lo spettacolo prosegue in una miscela di musica e parti recitate: le melodie dei Beatles si intrecciano alla perfezione con la narrazione, il ritmo regge, a volte disteso, altre più intenso. 

 

Sei personaggi in cerca dei Beatles
Mentre la serata si avvia verso la conclusione, si svela il significato del titolo dello spettacolo: i sei personaggi di pirandelliana memoria sono i cinque musicisti più il giovane Roadie non in cerca d'autore, bensì dei Beatles, i due attori impersonano entrambi dei roadie ovvero tecnici che viaggiano insieme ai gruppi musicali in tournée, occupandosi di gestire e coordinare i diversi aspetti organizzativi: il loro rapporto cresce e si evolve nel corso della storia, rendendoli a volte accorati, altre volte figure comiche che ricordano i clown, dove uno vuole arrivare dritto alla meta, mentre l'altro è rilassato e bonario. Il duo recitante funziona molto bene, grazie alla sapiente regia, curata da Rosa Messina, insegnante di recitazione di Nicolò- giovane Roadie.

 

Lascia che sia
Sulle note di Let it be, che ammalia i presenti, Mal esce di scena, lasciando cadere un foglio rivelatore: “A volte le cose bisogna lasciarle andare”. Il breve scritto spiega che si tratta di Malcolm Evans, detto Mal, manager e musicista britannico, famoso per essere stato assistente personale e roadie dei Beatles, ucciso nel 1976 nella sua casa di Los Angeles in circostanze surreali: durante un'accesa lite con la sua fidanzata i vicini chiamarono la polizia, che lo freddò con sei colpi di pistola, credendo che il fucile ad aria compressa che impugnava fosse un'arma vera.

 

Una produzione della Fondazione
Get back chiude la serata, ma il pubblico chiede a gran voce il bis. La band regala un ultimo capolavoro dei Beatles: Hey Jude, una melodia indimenticabile, che si regge su tre accordi e che con la sua semplicità piena di ricchezza evocativa apre il cuore. Ideato da Paolo Cella e prodotto dalla Fondazione S. Domenico, lo spettacolo godibile e di elevata qualità sarà replicato il prossimo 12 maggio  all'auditorium comunale di Calvenzano (BG).
 

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