07-11-2022 ore 11:14 | Cultura - Teatro
di Gloria Giavaldi

Crema. In equilibrio sul filo sottile che ci lega: 'Naufragata è vita, nutriamoci delle differenze'

Una barca in mare aperto, i sorrisi di giovani alla ricerca perenne di un equilibrio introvabile, gli occhi rivolti al cielo degli spettatori, il cuore gonfio di speranza. Anzi, di leggerezza. Si è aperta così, con le note di un violino, di un piano e di una fisarmonica già vive nel foyer, la nuova stagione Intrecci, del teatro san Domenico di Crema. Tanti i bimbi con i loro genitori nelle prime file. “Abbiamo scelto uno spettacolo insolito per una prima. Lo abbiamo fatto con l'intenzione di strapparvi un sorriso e di accogliere anche i più piccoli. Perché il teatro è nostro, di tutti noi, della nostra città” ha detto il presidente della Fondazione san Domenico Giuseppe Strada, prima di cedere la parola all'assessore alla cultura Giorgio Cardile: “siamo tornati a teatro. Un teatro, il nostro, che a differenza di altri, nonostante il difficile periodo della pandemia prima e della crisi energetica oggi, non ha mai chiuso. La scelta è stata e sarà sempre quella di lasciare aperta quella porta, perché questa è e resterà la casa di tutti”.

 

In perenne movimento

Le musiche trasportano subito a bordo di un vascello o di una nave corsara. Con un equipaggio bizzarro, di acrobati, circensi, musicisti, ballerini, amici, familiari, “amori, figli, filosofi, rivoluzionari”. Pirati. Di quelli che non stanno mai fermi. Non ci riescono. La musica lo impedisce. I corpi fluttuano, in balia delle onde, a volte. Protagonisti di un salto dalla corda, altre. Quel che conta è non fermarsi. Perché “la vita è movimento perpetuo. È continuo cambiamento”. E circo Zoè, quella compagnia italo francese, anzi franco italiana, fatta di giovani tanto diversi, quanto complementari, è “vita”. “E' la nostra creazione, la nostra opera d'arte. La parte più terrena, ma anche la nostra libertà”. Il desiderio di ancorarsi alle radici, senza mai lasciare andare le ali. Il coraggio di guardare sempre oltre l'orizzonte. Di incrociare sguardi, lasciando un segno in ogni luogo visitato. “Ricordiamoci – dice il capitano – che siamo a Crema, al teatro san Domenico”. Ecco, quindi, che il francese appena accennato, lascia il posto all'italiano. Senza mai andare via del tutto. Perchè, non è una questione d'appartenenza. È divertimento, che non conosce confini.

 

Nutrirsi delle differenze

Lo dimostrano in breve tempo gli acrobati che in una frazione di secondo toccano il cielo con un dito. E alla stessa velocità tornano a terra. Insieme. Come chi si nutre delle differenze, che scandiscono un viaggio senza fine. Quello di Naufragata. O, forse, più semplicemente, quello della vita. La metafora è sottile. Si nasconde nei sorrisi di Chiara Sicoli, Simone Benedetti, Diego Zanoli, Marta Pistocchi, Marco Ghezzo, Adrien Fretard, Anouck Blanchet, Gael Manipoud, Andrea Cerrato, Yoann Breton. In scena, senza artifici. Con i movimenti liberi del corpo, gesti autentici. “O così o niente”. Ognuno con le loro caratteristiche. E con le loro fragilità. Perchè, in fondo, anche noi seduti davanti al palco, ogni giorno oscilliamo. Siamo in perenne movimento, alla ricerca spasmodica di un equilibrio irraggiungibile. È la ricerca che ci fa sentire vivi. Un passo avanti all'altro, sul filo della vita. Una risata dopo l'altra. Oltre le tempeste e le onde troppo alte. In caso di necessità, il circo Zoè offre la soluzione: basta saltare, meglio se con l'aiuto degli amici. E gli occhi pieni di speranza. Bentornati a teatro, bentornati al san Domenico.

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