07-11-2020 ore 16:25 | Cultura - Incontri
di Bruno Pierri

Artico. Le questioni geo-politiche, la nuova frontiera liquida e il riscaldamento globale

Il recente incontro del Caffè filosofico, il primo dopo mesi di chiusura per la pandemia, è stato dedicato ad un tema apparentemente estraneo alle questioni strettamente filosofiche. In realtà le questioni geo-politiche sono aspetti decisivi dell’umanesimo contemporaneo e quindi parte della analisi globale della realtà che caratterizza la riflessione filosofica. Introdotto da Franco Gallo, il relatore Bruno Pierri ha affrontato il tema della realtà politica dell’Artico. I prossimi appuntamenti in programma riguardano una serata dedicata ad Emanuele Severino ad un anno dalla scomparsa e la pubblicazione ‘Corvi bianchi e smeraldi blu’, dissertazioni filosofiche sulla scienza, autore Luca Lunardi.

 

Il Consiglio artico

Fondato nel 1996, il Consiglio Artico regola gli interessi e la competizione tra gli Stati che affacciano sul Circolo Polare Artico. Il Consiglio ha otto membri con diritto di voto e diversi osservatori permanenti – tra cui anche l’Italia – il più potente dei quali è la Cina. Il riscaldamento globale degli ultimi decenni sta aprendo alla navigazione nuove rotte commerciali, come il leggendario Passaggio a nord-ovest, che lambisce le coste del Canada e che gli Stati Uniti considerano acque internazionali. Tuttavia, la rotta maggiormente navigabile è quella settentrionale, lungo settemila chilometri di coste russe e la cui navigazione risulta meno ostacolata dai ghiacci.

 

Materie prime

Tali itinerari permettono di ridurre il tragitto tra Europa, Asia e le coste occidentali degli Stati Uniti di diverse migliaia di miglia, con enormi vantaggi per il commercio mondiale, che per la maggior parte utilizza il trasporto marittimo. Oltre a ciò, il cosiddetto “continente liquido” è ricchissimo di materie prime, sia energetiche (si stima circa il trenta percento delle disponibilità mondiali) che minerarie, oltre che di ambite riserve di pesca. Ciò è oggetto di diatribe internazionali per l’estensione della piattaforma continentale di ciascuna delle realtà statuali ivi insistenti. Naturalmente Stati Uniti e Russia, come anche le nazioni europee, si dimostrano interessate, ma il tutto rischia di essere soverchiato dalle ambizioni della Cina, auto-definitasi “Stato vicino all’Artico”. In sostanza, si delinea un orizzonte in cui l’ultima frontiera energetica e le nuove rotte oceaniche dell’Artico potrebbero sfociare in inediti rapporti di dipendenza e di conflittualità.

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