07-04-2020 ore 20:45 | Cultura - Incontri
di Gloria Giavaldi

Laurearsi ai tempi del Covid. Silvia: “La mia laurea online sull’importanza dell’altruismo”

La corona d’alloro sul capo, i sogni ad un passo, l’emozione di sentirsi chiamare “dottoressa”. Anche con le ciabatte ai piedi ed il pigiama addosso. Perché il coronavirus non può prendersi tutto. “La mia è stata una laurea particolare, ma comunque densa di emozione”. Silvia Rozza abita a Romanengo ed è dottoressa in psicologia clinica e neuropsicologia nel ciclo di vita. Ha concluso gli studi davanti ad un computer, in casa propria. Lontano dall’Università degli Studi Milano Bicocca, dove per anni ha studiato, ma vicino alle cose essenziali. “Nonostante i disagi, è stato tutto molto smart”. La tesi, che non ha potuto stringere tra le mani, la discussione, i festeggiamenti. Ma non i sorrisi. Quelli restano. E resteranno. “La dissertazione online ha alleviato l’ansia. La tecnologia in questo contesto ha rivelato tutto il suo valore aggiunto permettendomi di conseguire comunque l’obiettivo”.

 

La tesi

Le ore passate sui libri, i momenti di ansia prima degli esami, i ripassi dell’ultimo minuto ora sono un ricordo. Ha fatto strada, Silvia. Per mano ai libri, prima. Con la pratica, poi. “Dallo scorso mese di giugno mi sono dedicata al reperimento del materiale per la tesi, con la quale ho indagato la predisposizione alla cooperazione e alla condivisione di un gruppo di bambini in età prescolare”. Le giornate presso un asilo nido di Piacenza, la gioia dei piccoli ed il loro desiderio di donarsi all’altro. Ripercorre tutto, Silvia, con una lucidità che disarma. “Ho amato questo lavoro di tesi perché ho dimostrato che nasciamo altruisti. Che i bambini sono solidali, donano all’altro indistintamente, sia che si tratti di un amico, sia che si tratti di uno sconosciuto”.

 

Altruismo, tra presente e futuro

Poi cresciamo. “Crescendo diventiamo selettivi, facciamo delle scelte”. Ma non sempre. “La situazione di emergenza ha palesato il desiderio di essere solidali anche tra gli adulti. Perché, in fondo, la forza degli uomini sta nella cooperazione, nonostante l’isolamento”. Sta nella volontà condivisa di trovare la forza di rialzarsi e ricostruire. Per dare forma al domani. “Ad oggi, nel mio futuro vedo incertezza, ma non mi arrendo. Mi piacerebbe poter cominciare a breve il tirocinio professionalizzante per poi iniziare a camminare con le mie gambe”. Ad aiutare gli altri a rimettere insieme i pezzi. “Questo titolo non mi ha cambiata, resto la Silvia di sempre, ma vorrei mettere a disposizione le competenze maturate e che maturerò per migliorare la vita delle persone”. Lo dice in un momento in cui c’è bisogno di sorrisi e di felicità. “In questi giorni tutti ci dicono cosa fare. Io ora penso a godermi la felicità e la lentezza di questo tempo”. La sua felicità, oggi, ha la forma di una laurea ed un profumo di speranza.

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