05-11-2022 ore 20:32 | Cultura - Arte
di Gloria Giavaldi

'Tra materia e cielo, la casa è il luogo in cui ci sentiamo vivi'. La mostra al san Domenico

La Fondazione san Domenico spalanca le porte come una vera casa. Tra materia e cielo, la mostra collettiva di Mario Diegoli, Anna Mainardi, Barbara Martini e Letizia Merati è un racconto di “vite”. Di timori, di ambizioni, di sogni, di prigioni. Di rifugi. Dopo la pandemia. “Perché la casa, tema che ha accomunato nel corso della loro vita questi quattro diversi artisti, può essere tante cose. Diverse, per ciascuno di noi”. Le parole della critica d'arte Angelica Zaniboni si mischiano alle tecniche diversissime messe in campo dagli artisti. Le ceramiche aprono la mostra. Ci sono quelle dedicate a chi vuole innamorarsi, a chi vuole ballare o chi più ne ha più ne metta. Mainardi parla a ciascuno dei (tanti) spettatori giunti in galleria per l'inaugurazione, affinché nessuno si senta escluso. Affinché ciascuno si senta a casa, compreso, abbracciato, da quelle quattro mura di ceramica dedicate al nostro essere così diversi. Eppure, tutti alla ricerca della stessa cosa: un luogo che ci faccia sentire a casa. Appunto.

 

Case o cases

Le case di Mario sono sottili. Fatte di fii, cuciti, o meglio, montati e rimontati ogni volta. Profumano di studio, di fatica, di metodo. Ma anche di improvvisazione. “Un'opera, proprio perché viene ricostruita ogni volta non è mai perfettamente uguale a quella precedente”. È frutto di fili intrecciati che proteggono. O imprigionano. Tutta questione di equilibrio, sul filo della vita. Legate a un filo, sono anche le case, anzi i cases di Letizia. Sospese, apparentemente senza titolo, invitano il visitatore ad un gioco. “Lo spettatore nel corridoio di Letizia è chiamato ad essere protagonista. A ricercare il titolo. Con lo sguardo diretto all'insù. Le case sono cases (contenitori) di cartone. E di emozioni. L'omografia non può essere un caso. “L'artista in questo percorso vuole esserci, si racconta, traccia agli spettatori un suo ritratto”.

 

Dalla quotidianità

Nel corridoio attiguo le opere di Barbara ci riportano a terra. Anzi, è dalla terra che prendono vita. L'arte si genera dalla quotidianità, è il riflesso del suo vissuto. Delle stoffe usate dalla mamma ricamatrice fino ai fili. “Barbara – spiega Zaniboni – riflette sul paesaggio. A volte reale, altre volte immaginato. Perchè la casa è il punto d'arrivo di un viaggio, spesso un luogo cui aspiriamo per lungo tempo. Un posto che, nel suo essere certezza, ci fa sentire vivi”. In quei corridoi che raccontano case, gli artisti “si sentono a casa. Qui, nelle gallerie, luoghi chiusi durante la pandemia, con la loro arte hanno finalmente fatto ritorno”. Allora, è il caso di dirlo: bentornati a casa, artisti.

 

Sinergia e felicità

Per l'assessore alla cultura Giorgio Cardile, degna di nota è la sinergia tra persone e realtà, linguaggi e stili. “è bello vedere così tanti artisti che collaborano e riflettono su un tema di strettissima attualità”. Felice anche il presidente Strada: “con la mostra di oggi e la prima di domani (alle ore 18 ndr) si apre la nuova stagione teatrale. Siamo orgogliosi di iniziare così”. La mostra sarà visitabile fino al 20 novembre secondo i seguenti orari: da martedì a sabato, dalle 16 alle 19, domenica dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 19. In programma anche alcuni momenti musicali: martedì 15 novembre alle ore 21 interverrà la musicista e cantante Marta Arpini, mentre domenica 20 novembre sarà la volta della violinista Elena Marazzi.

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