05-04-2018 ore 19:07 | Cultura - Incontri
di Lidia Gallanti

Lettera per Charlotte Rampling, il cremasco Lucchi scrive all'attrice di Hannah e Yuppi du

“Un mio desiderio? Poterti rincontrare”. Inizia così la lettera che il cremasco Giorgio Lucchi ha scritto all’attrice Charlotte Rampling, “fantastica interprete” del film Hannah di Andrea Pallaoro, uscito nelle sale di tutta Italia a febbraio. Per lei, due pagine scritte a mano. Inchiostro su carta, intingendo la penna nei ricordi maturati quarant’anni fa nella magica laguna di Venezia, dove Giorgio lavorava come cameriere. Un tuffo amarcord che lo riporta al primo incontro con l’attrice britannica.

 

Charlotte, bella come un'apparizione
“Un mattino di luglio sei apparsa, eri la nuvola bionda in un cielo terso. Il viso diafano, illuminato dal sole. I lunghi capelli biondi che il vento del mattino scompigliava. Il corpo magrissimo, avvolto in una tunica di garza bianca che creava trasparenze senza eccessi”. Era l’anno di Yuppi du, pellicola di Adriano Celentano. “Solo due giorni prima vidi al cinema il film Portieri di notte, in cui eri incredibilmente unica”. D’improvviso eccola lì, sulla soglia del ristorante. A quel giovane cameriere chiese un bloody mary con un rosso d’uovo. “Vederti è stta un’emozione così forte che mi si bloccò la parola. Rimasi a guardarti, balbettando cose stupide”.


Amicizia sincera
Charlotte era così, “spontanea e spudoratamente sincera” racconta Giorgio, mentre ricorda con un sorriso nostalgico “le serate trascorse bevendo fiumi di vino, ridendo come ragazzini. Lei raccontava aneddoti della sua vita per i quali i giornalisti farebbero carte false, ripetendo nel suo italiano anglofono I love you George”. L’amicizia tra il giovane cameriere e la celebre attrice dura un mese, “un lungo mese”. Con lei il compagno e il piccolo Barnaby, “figlio adorato, lo lo portavo con me nelle cucine per salutare lo chef”. Vivere a Venezia negli anni Settanta era un sogno, anche per le celebrità. “è come esser imprigionati in una bolla d’acqua senza tempo”, così raccontava Charlotte.


Addio o arrivederci?
Il tempo passa e le riprese terminano. “Ci salutammo una mattina di settembre. Era il momento di partire e tu eri triste, da tempo non ti divertivi così tanto a girare un film”. Un abbraccio “infinito e forte, seguito da un affettuoso bacio. Ero triste, te ne andavi ed ero certo che non ci saremmo mai più rivisti. Mi dicesti: chissà, forse se tornerò a Venezia ci rivedremo. Fu strano rivedere Charlotte in laguna per il festival di Venezia, un'emozione e la conferma che "con il passare del tempo il tuo sorriso non cambia, è sempre radioso, forse disturbato da qualche ruga in più. I love you Charlotte. Con tanto amore, un pensiero da quel cameriere di Venezia che non ti scorda e che in fondo sogna di incontrarti ancora”.

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