05-01-2022 ore 20:17 | Cultura - Tradizioni
di don Emilio Lingiardi

Donna accogliente o Befana: lo spiega il vangelo apocrifo arabo del sesto secolo

Oggigiorno all’arrivo della Befana vengono regalati ai bambini dei dolci, nascosti all’interno di una calza. Forse non tutti sanno che l’origine è da ricondurre ai Magi e ai doni che un’anziana donna di Betlemme, aveva preparato per loro e per Gesù bambino. Prese spunto dalla profezia di Isaia, che annunciava: ‘il messia sarà un germoglio fresco che nascerà dal tronco di Jesse’. Ecco perché da allora le donne di Betlemme preparano come dolce natalizio ‘il tronchetto’.

 

Il vangelo apocrifo

Facciamo un passo indietro. L’evento conclusivo del Natale, con la manifestazione di Gesù bambino ai Magi, ricercatori venuti da Babilonia (l’attuale Iraq), è normalmente presentato come la Befana, accompagnato a volte da epiteti sgradevoli verso le donne. Esiste un collegamento tra la donna ‘avanti negli anni’ e Gesù bambino. Il vangelo apocrifo dell’infanzia di Gesù, in lingua araba, del sesto secolo e tradotto anche in italiano dai frati di Betlemme, racconta che i Magi, dopo aver salutato Erode sono usciti dalla porta di Jaffa per recarsi a Betlemme, compiendo un tragitto a piedi di sette chilometri.

 

L’accoglienza

Arrivati verso la destinazione hanno cominciato a chiedere agli abitanti della cittadina (allora erano circa 150 persone), notizie di questo bambino, nato ormai da due anni. Dopo tante risposte negative, gli si è fatta incontro un’anziana donna: le sue indicazioni sono state molto precise e hanno consentito ai Magi di trovare ‘la famiglia’ al limitare del deserto di Giuda, in quella che poi sarà chiamata ‘grotta del latte’. Prima di congedarsi, con squisitezza femminile, li ha invitati a ristorarsi all’interno della sua casa. Ha offerto loro dei dolci e una bevanda calda. Con altrettanta premura ha poi consegnato loro, all’interno di una calza, un sacchetto di dolci da consegnare al bambino; gesto molto apprezzato da Maria e da Giuseppe, che sono in seguito diventati amici di questa signora.

 

Come cambia la tradizione

Da qui la tradizione, per esempio a Roma e in altre città, dello scambio dei doni all’Epifania. Ecco quindi il collegamento tra la manifestazione e la ‘donna anziana’, ricordata però nella sua accoglienza, saggezza e sensibilità verso i piccoli. Nella tradizione manca qualsiasi accenno alla perdita di bellezza o alla povertà scostante. Questa trasformazione, avvenuta dopo la separazione delle Chiese (1054), è da ricercare nella volontà di denigrare la donna e ironizzare sulle tradizioni orientali, rimaste comunque legate alla chiesa d’occidente. In glottologia si parla di come il linguaggio ha modificato la parola tradizionale: dall’originale greco epifania (manifestazione), si è passati a befania, trasformata poi in Befana, col riferimento quasi esclusivo alla donna anziana. Non è fondato su alcun testo il fatto che sia di pessimo aspetto, con la scopa in mano e scenda dal camino, a portare doni.

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