04-11-2020 ore 15:50 | Cultura - Proiezioni
di Gloria Giavaldi

'Il vespista', il cortometraggio dedicato al cremasco Giorgio Bettinelli plasma la libertà

Viaggiare per trovare la sua strada e sciogliere i nodi della vita. L'orizzonte del cremasco Giorgio Bettinelli era alla portata di tutti. Non era fisso, Giorgio sembrava rincorrerlo spasmodicamente. Abitava luoghi sempre diversi sparsi negli angoli del mondo. Ma richiedeva il coraggio di mettersi in discussione e ripartire alla scoperta di una nuova meta, alla ricerca di una nuova emozione da sentire viva sottopelle. Quello era per pochi. O forse solo per lui. Era un vespista. Strano, diverso, anticonformista, di una magrezza smisurata. Era 'Il vespista'. Era nato per viaggiare. Parte da questa consapevolezza il cortometraggio di Francesco Crivaro dedicato al viaggiatore, scrittore e cantautore 'sregolato' che ha esplorato il mondo. “Penso che ad un certo punto la sua fosse diventata un'ossessione. Giorgio viveva un controsenso: cercava libertà, ma era prigioniero del viaggiare”.

 

Bali di un tempo

Gracile, baffuto, libero. In 27 minuti Francesco Crivaro racconta Giorgio, interpretato da Giovanni Anzaldo, e il suo grande amore per il viaggio. Dal luogo in cui tutto è cominciato: “Il film è ambientato a Bali, in Indonesia, negli anni '90. Ho cercato luoghi che raccontassero il clima di quel tempo, non intaccati dal turismo di massa. Ho trovato ancora rari sprazzi di architettura e cultura balinese, fuori dalle rotte turistiche”. Il lavoro di ricerca è cominciato nel 2016, le riprese sono iniziate nel 2019. “La mancanza di un vero porto ha complicato gli aspetti logistici. Tutto il materiale di scena e le attrezzature sono state trasportate attraverso le onde dell’oceano fin sulla spiaggia da barche in legno ormeggiate il più vicino possibile alla battigia. Parliamo di materiale elettrico, oggetti di scena, strutture in acciaio molto pesanti e voluminose. Persino la Vespa del film ha subito lo stesso trattamento”. Con un budget limitato ed una troupe internazionale, è sorto “un piccolo miracolo, all'esito di tre anni di duro lavoro”. Fanno parte del cast Muhammad Khan, Asmara Abigail, Valentine Payen. “Ho coinvolto persone di dieci nazionalità differenti perché mi pareva riduttivo ostinarsi a vedere le cose da un unico punto di vista: la diversità è ricchezza”.

 

Alla ricerca dell'equilibrio

I frames si focalizzano sui dettagli. Sulle differenze. C'è Giorgio, che a Bali si sente a casa. Vive rilassato, passa le sue giornate nell'attesa che accada qualcosa, flirtando con giovani turiste. C'è Wayan (Muhammad Khan), un cameriere originario dell'isola, costretto ogni giorno a reinventarsi per mantenere la famiglia. C'è il destino di questi due uomini, tanto diverso, quanto vicino: “Entrambi sono alla ricerca di un equilibrio”. In questo è chiaro l'apporto della cultura balinese: “Non volevo che Bali fosse un semplice sfondo per una storia, ma che la sua cultura e unicità contribuissero alla creazione del messaggio del film. La cultura di Bali contempla la naturale oscillazione di ogni individuo fra il kelod, la parte più irrazionale e caotica, e il kajah, la parte più razionale e controllata. Solo il mantenere il giusto equilibrio fra questi due estremi, necessari e imprescindibili, ci rende persone bilanciate e piene. In qualche maniera, tutti i personaggi del cortometraggio stanno cercando il loro equilibrio con un destino che li rende unici e diversi fra loro”.

 

Passione, libertà e felicità

Ciascuno è in cerca di risposte. “Per trovarle è necessario mettersi in strada”. Correre il rischio. “Questo è quello che mi ha insegnato la storia di Giorgio Bettinelli”. Lui di strada ne ha percorsa. Da Roma al Vietnam, dall'Alaska all'Argentina, da Merlbourne a Città del Capo, dall'Argentina alla Tanzania. E poi la Cina, esplorando tutti i sentieri, anche quelli meno battuti. “Sono appassionato di viaggi e di letteratura da sempre” spiega Crivaro. “Dai libri di Giorgio Bettinelli emergono contrasti interessanti del suo essere uomo, viaggiatore, scrittore. Ho deciso di farne un film per dare una risposta ad alcuni interrogativi: cos'è la libertà? Libertà e felicità coincidono? A questo aggiungo che anche io amo esplorare nuove mete in Vespa. Io e la mia compagna abbiamo messo alla prova la nostra relazione partendo per un viaggio in due proprio su una Vespa Px 150 dall’Italia a San Pietroburgo in Russia, sua città natale”. È andata bene: “Oggi è mia moglie, nonché scenografa del film”.

 

Fare un film

Anzi del cortometraggio: “Per ovvi motivi di budget, abbiamo realizzato un cortometraggio, ma l'obiettivo è di farne un film per il cinema della durata di 100 minuti, sperando di essere sempre meno soli”. Di certo, la presentazione al Festival del cinema di Venezia ha aiutato: “ Venezia è stata una bella vetrina, come ovvio che sia, ci ha reso felici. Ancor più di questo, i tanti commenti positivi al film che stanno arrivando da diverse parti. Confesso di non essermi trovato a mio agio su un tappeto rosso, ma penso che ciò rappresenti il modo più semplice per comunicare al prossimo che forse qualcosa di buono è stato fatto e che dietro a tutte quelle richieste di sostegno ad un progetto si nascondesse una valida offerta culturale”. A Crema, pare essere già chiaro: “Il fratello di Giorgio, Luciano Bettinelli e la moglie di Giorgio, Yapei, mi hanno fornito molti dettagli per la mia ricerca. Sono tanti anche i cremaschi che hanno conosciuto Giorgio ed hanno condiviso con me molti racconti”.

 

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