04-10-2024 ore 20:42 | Cultura - Manifestazioni
di Patrizia de Capua

Se una sera d’autunno un sognatore... Grazie, Peppo: regali bellezza alla bellezza di Crema

Da leggere ad alta voce

Andante con moto più o meno accelerato

Siamo seduti al Caffè in piazza Duomo, quando PAM! Si spengono le luci, al centro del Torrazzo inizia il countdown, piovono stelline, una luce azzurrina disegna i contorni dell’intero perimetro. Statue possenti emergono sovrastando FORME che animano la struttura architettonica staccandosi simmetriche. Vanno ad occupare l’una il posto della propria immagine speculare, disarticolando l’insieme che ruota parte a parte su se stesso per poi tornare a ricomporsi. L’orologio felice e scatenato segna tutte le ore, nel Torrazzo si apre una crepa, si sgretola. Ora è TEMPO che quell’orologio con i suoi meccanismi si faccia un bel ballo tipo Fantasia, anche se Topolino apprendista stregone non si fa vedere: se ne sta nascosto dietro a colori vivaci che simulano un caleidoscopio. Ma poi ART gli ruba la scena e una coppia ottocentesca danza leggiadra sul cornicione, in un tripudio di voli d’uccelli e visi di dame. La coppia esce dal sipario danzando come una piuma e poi esce da una nicchia per rientrare nell’altra, gelosa. Citazioni da Mondrian. Una cascata annuncia i quattro elementi, forse cinque. È ACQUA. Tutto scorre, tutto piove e si scioglie, mentre una ragazza nuota in primo piano davanti a noi, mostrando il palmo di una mano che la blocca all’interno di un vetro immaginario. Ci guarda. Suggestione sigla di James Bond? No, le note evocano piuttosto Un americano a Parigi. Non c’è tempo per pensare: subito TERRA subentra all’acqua, tutto rinverdisce e vive. Viali alberati e voli di rondini e ponti. Una musica prometeica racconta la techne umana. Una macchina scrive lettere e numeri. Spunta il prodigio dell’organo. Le sue canne soffiano ARIA di note, sbuffi, armonia di disarmonie. Eccolo, il FUOCO prometeico nelle officine del design. Siamo noi sotto i riflettori, gli uomini della rivoluzione industriale. RINASCERE dalla scatenata natura è la promessa di una vita nova. Colori giovani: verde, viola, blu. Crescono. E sì, ecco, c’è anche l’ETERE, la quintessenza! L’elemento perfetto dal movimento perfetto. Sta lì dove è sempre stato: nel moto regolare di pianeti e satelliti. Polvere di stelle che se ne infischiano del nostro ordine destra e sinistra, alto e basso, perché nello spazio non esiste. Socrate ci provoca: “che cos’è la bellezza?” BELLEZZA è ciò che noi vediamo, ragazze con o senza l’orecchino di perla, adorne di gioielli di varia foggia, serie e compunte, immagini della bellezza in sé, e un solo ragazzo, che subito diventa uomo. Giovani ombre accennano una danza non più antica, modernissima, e rossetti e cosmetici regalano un sorriso a quelle donne serie e comprese nel loro ruolo. PROGETTARE, COSTRUIRE, CRESCERE. To build, o poiein, che è fare, ma anche poesia. Luci della ribalta per ballerini dinoccolati si incrociano e ci abbagliano. E visi di tante persone. TU sei bello, TU è la bellezza. Possiamo anche volare ammirando dal cielo ciò che abbiamo costruito: cattedrali vegetali, strade, piazze, incroci di esistenze, habitat di esseri umani e piante: la “bella d’erbe famiglia e d’animali”. Poi il sogno svanisce, il Torrazzo si ricompone. Tre scoppiettii annunciano la fine dei botti con la gran traca final de fuegos. Torna la luce… e questo è quanto. Venti minuti ubriachi di gioia pura.

 

Settembre 2024

Grazie, Peppo

Patrizia

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