Il Museo Civico di Crema e del Cremasco è tornato a dare luce ai tesori nascosti grazie alla terza edizione della rassegna Depositi esposti con la mostra Egittomania – Luigi Manini e Antonio Rovescalli tra pittura e scenografia. Allestita negli spazi della pinacoteca, l’esposizione esplora il fenomeno culturale e artistico dell’egittomania, vale a dire il rinnovato interesse per l’antico Egitto esploso nel corso dell’Ottocento, evidenziando come anche il territorio cremasco ne sia stato investito, grazie a figure come Manini e Rovescalli. Il percorso espositivo, curato da Alessandro Barbieri, Christian Orsenigo e Gabriele Valesi comprende fotografie storiche, bozzetti scenici, studi preparatori e documenti rari, accompagnati da un catalogo illustrato con saggi critici e schede dedicate alle opere.
Egitto che passione
Come spiegato dall’egittologo Orsenigo, “l’egittomania è quel fenomeno che precede la nascita dell’egittologia,perché l’attrazione per la valle del Nilo risale ai primi secoli avanti cristo”. Il fenomeno esplode poi agli inizi del XIX secolo, a seguito della campagna in Egitto di Napolene Bonaparte. Orsenigo sottolinea l’interesse del cremasco per il fenomeno: “Oltre alla sezione permanente dedicata all’antico Egitto donata da Carla Maria Burri, abbiamo individuato delle ‘salette all’egiziana’ presenti nella provincia di Cremona. Si tratta di Villa Marazzi a Torlino Vimercati e Palazzo Turina a Casalbuttano, entrambe le strutture presentano due sale decorate con temi che testimoniano lo stile Retour d’égypte”.
Le raccolte iconografiche di riferimento
La riscoperta dell’Egitto interessa anche il panorama artistico. Si iniziano a fare pubblicazioni mirate sul fenomeno. Per questo motivo, al fine della riuscita della mostra, è stato fondamentale lo studio delle raccolte iconografiche riprodotte nei resoconti ottocenteschi di viaggio che ebbero come oggetto l’antico Egitto. Tra le produzioni più importanti spiccano il Voyage dans la Basse et la Haute Égypte di Dominique Vivant Denon, un’opera edita a Parigi nel 1802 che conobbe un’enorme fortuna con ristampe e traduzioni successive in inglese, tedesco e italiano (in mostra è esposta la versione italiana stampata a Firenze nel 1808 concessa in prestito dalla Biblioteca Queriniana di Brescia), e la Description de l’Égypte, ou recueil des observations et des recherches qui ont été faites en Égypte pendant l’expédition de l’armée française, una pubblicazione mastodontica, suddivisa in più volumi di testi e tavole.
La produzione di Manini
Una sezione della mostra è dedicata alle produzioni di Luigi Manini. Nato come scenografo, ha diviso la sua attività lavorativa tra Milano e Lisbona. Il primo contatto con l’Egitto lo ebbe al teatro Alla Scala, dove lavorò all’opera Nephte o il figliuol prodoigo. “Come museo – spiega Valesi - abbiamo in mostra tre bozzetti legati a questa scenografia. Poi altri tre bozzetti testimoniano la sua attività legata all’Aida, opera verdiana connessa all’Egitto”. Sono presenti in mostra anche una serie di ricalchi fatti su carta da lucido, ricavati dall’edizione del Voyage, due dipinti provenienti da una collezione privata e connessi ad una fase più matura della sua carriera. Non mancano poi la collezione di stampe che rappresentano il mondo egizio e tutta una serie di ricalchi. I curatori del museo hanno inoltre attribuito quattro disegni a Manini, che originariamente si pensava fossero di AngeloBacchetta.
Le opere di Rovescalli
Di Rovescalli spicca un grande acquerello, un saggio accademico che venne premiato con una medaglia d’argento all’Accademia di Brera a Milano. L’opera, ispirata all’Aida, si rifà anche all’architettura egizia, più precisamente al Ramesseo, il tempio dedicato al faraone Ramesse. “A differenza di Manini – racconta Barbieri - non si conservano bozzetti preparatori, ma abbiamo una serie di fotografie che documentano le messe in scena teatrali: due sull’Aida al São Carlos di Lisbona e una cartolina che documenta l’Aida alla Scala di Milano.
Orari e iniziative collaterali
La mostra sarà visitabile, presso il Museo Civico di Crema e del Cremasco, fino al 28 settembre. Gli orari: il martedì dalle ore 14.30 alle 17.30; dal mercoledì al venerdì dalle 10 alle 12 e dalle 14.30 alle 17.30; sabato, domenica e festivi dalle 10 alle 12 e dalle 15.30 alle 18.30. Saranno organizzate delle visite guidate gratuite nelle seguenti date: sabato 7 giugno alle 17; domenica 13 luglio alle 17 e domenica 28 settembre alle 17. Per i più piccoli, saranno invece proposti dei laboratori al museo gratuiti: domenica 15 giugno alle 15.30 “Un po’ di decoro” (dai 6 ai 10 anni, 8 posti disponibili) e alle 17 “Come nasce una mostra?” (dagli 11 ai 13 anni, 8 posti disponibili). Sabato 5 luglio alle 15.30 con “Papiri!” (dai 6 ai 10 anni, 8 posti disponibili) e alle 17 “Un po’ di decoro” (dagli 11 ai 13 anni, 8 posti disponibili). Domenica 31 agosto alle 15.30 “Crea la tua corona” (dai 6 ai 10 anni, 8 posti disponibili) e alle 17 Come nasce una mostra?” (dagli 11 ai 13 anni, 8 posti disponibili). Per partecipare ai laboratori è necessaria la prenotazione ([email protected].it o 0373 257161).