04-03-2022 ore 15:28 | Cultura - Arte
di Gloria Giavaldi

Hybris, Agostino Arrivabene torna a Crema: 'Superbia' in mostra nelle sale Agello

Superbia, usura, vanità. O, in una parola, hybris. L'ombra avvolge le opere di Agostino Arrivabene, poste nelle sale Agello per l'anteprima della mostra, riservata alla stampa. L'inaugurazione è prevista per domani alle ore 18. Curata da Silvia Scaravaggi, Superbia è prodotta dal museo di Crema in collaborazione con Azimut Capital Management,main sponsor,ed è dedicata alla produzione più recente dell'artista di Rivolta d'Adda. Sarà visitabile fino al 3 aprile. Si compone di 30 opere tra tra dipinti, disegni, studi preparatori e vanitas. Il nucleo principale dell’esposizione è formato dal trittico Le due morti, realizzato tra il 2020 e il 2022, composto dall’omonimo dipinto e da due quadri inediti Usura e L’inaudibile II,e dalla tavola Purgatorio, Canto XI(I Superbi), creata per il ciclo pittorico dedicato alla Divina Commedia di Dante Alighieri, fino a oggi inedita e qui esposta per la prima volta insieme agli studi preparatori.

 

Il bilancio di una vita

Agostino Arrivabene torna a Crema dopo 20 anni. I dipinti la fanno da padroni. Si mischiano alle bozze, agli attimi antecedenti la realizzazione di un successo, alla poesia, al bilancio di una vita. “Queste opere testimoniano il mio sguardo sulla realtà e sulla vita, in un dialogo con Michelangelo che, davanti al Giudizio universale, è diventato carne. Un tremolio, l'emozione”. E poi il desiderio di tirare le somme della propria esistenza con il peso del giudizio (divino?) sulla schiena. Lui, piegato, affaticato. Come i protagonisti delle sue opere schiacciati, da un peso cosmico, ma in un continuo dialogo con se stessi. E con l'aldilà. Il finito che si scontra con l'infinito. La vanità umana che va in mille pezzi dinnanzi alla maestosità divina. La seconda morte, quella dell'oblio, che colpirà l'opera artistica. Queste sono solo alcune delle suggestioni su cui Arrivabene ha voluto riflettere, a partire dal sonetto 285 delle Rime di Michelangelo. Le opere sono moniti: “la pittura non deve essere mera vanità. L'arte non deve piegarsi a logiche commerciali, chiudersi al mercato, deve consentire all'uomo di elevarsi alla conoscenza e alla saggezza”. Poi, però, abbassare la schiena si rende necessario “per eliminare la tracotanza con cui abbiamo vissuto”. Lo insegna Dante nella Divina commedia. “L'uomo deve cedere il passo a chi può essere testimonianza”. Le opere di Arrivabene sono un viaggio nella storia, nella religione, nell'arte. E nella letteratura.

 

Un regalo per Crema

Quattro dipinti sviscerano il significato della Superbia in un percorso ricco di conoscenza di sé. “L'uomo deve chinarsi, per analizzare. E poi ascoltare. Dalla vanità al narcisismo, al peso delle proprie scelte. Fino alla rinascita. I temi si intrecciano. Resistono nel tempo perché raccontano l'umanità, la complessa piccolezza di ciò che siamo. Al piano superiore si palesano gli esordi dell'artista. “Abbiamo fatto questa scelta – spiega la curatrice Silvia Scaravaggi – per raccontare come certi argomenti siano costanti nella ricerca artistica di Agostino”. Una ricerca che parte da casa sua. “Un luogo pieno di magico realismo: dove la sua vita e la sua arte si compenetrano” ha spiegato l'assessore Emanuela Nichetti. “Siamo felici di aver proposto questa mostra dopo gli assaggi di Dante e di Mostri: il ritorno di Arrivabene a Crema è un gran regalo per tutta la città”. L'esposizione sarà visitabile il martedì dalle 15 alle 18.30 e dal mercoledì alla domenica dalle 10 alle 18.30. È accompagnata da un catalogo con testi della curatrice Silvia Scaravaggi e della studiosa Elena Alfonsi, edito dal museo civico di Crema con la direzione creativa di Edoardo Fontana.

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