03-08-2020 ore 17:32 | Cultura - Crema
di Gloria Giavaldi

Palazzo Zurla De Poli, con il Fai la 'casa del Rinascimento' spalanca le porte alla città

“Ci tenevo a restituire questa meraviglia alla città di Crema. Per questo, ultimato il restauro dell'ingresso, della scala, del giardino e dell'esterno, ho scelto di spalancare le porte di Palazzo Zurla De Poli ai cremaschi” spiega Matilde De Poli. La serata organizzata con il Fai, dal titolo 'Una sera d'estate a Palazzo Zurla De Poli' in programma per martedì 4 agosto, ha già riscosso il tutto esaurito. Matilde ci accoglie nel giardino del “suo” palazzo cinquecentesco in via Tadini a Crema. L'esterno è sobrio, quasi a proteggere la “casa del Rinascimento”. Edificato da Leonardo Zurla per volontà del padre è stato per secoli un villino di caccia. Nel 1936 l'agronomo Francesco De Poli lo ha reso abitabile, attuando notevoli interventi di restauro conservativo. “Per lungo tempo è stata una casa”. Ora non lo sarà più. “Nonostante il Covid, con il Fai, che ringrazio immensamente, ho voluto organizzare una serata estiva e suggestiva nel palazzo”.

 

Meraviglie nascoste

Il tempo non è dalla nostra parte. Il sole non splende, ma il calore si avverte. Al pari dell'emozione per il primo evento dopo il lockdown. “Sarà una visita diversa, assolutamente rispettosa delle linee guida ministeriali, resa possibile grazie all'apporto delle nostre guide, tutti studenti universitari o docenti volontari” spiega Annalisa Doneda, capo delegazione Fai di Crema. Emozionata per questa bella novità l'assessore alla cultura del comune di Crema, Emanuela Nichetti: “Questo palazzo contiene meraviglie, anzi le custodisce”. Come si custodiscono i segreti. “È pieno di scorci meravigliosi”. Una chicca che consentirà a Crema di “fare ulteriormente leva sul turismo di prossimità”.

 

Amore e psiche

All'interno ci attende Stefania Agosti. Racconta vita, morte e miracoli della villa. Passa dal particolare al generale in un batter d'occhio. Tutto parte dal salone d'onore, anche noto come salone del convitto. La porzione centrale del soffitto rappresenta il banchetto nuziale di Amore e psiche, che dopo varie prove possono coronare il loro sogno d'amore. Lungo tutta la stanza, dalle lunette agli ovali, si raccontano i momenti più importanti della loro storia. Questa è l'unico ciclo pittorico di carattere profano mitologico della villa. Nelle restanti tre sale ricorre il tema del peccato dell'uomo e del conseguente perdono di Dio. Per questo si ritiene che i tre cicli pittorici siano frutto di un unico progetto teologico affidato dai committenti a singoli autori. La prima stanza ad oriente racconta le storie dei patriarchi biblici, fatta eccezione per l'ultima scena che raffigura un personaggio in preghiera davanti ad un crocefisso, tipico del Nuovo Testamento. I colori sono vivi, l'autore ad oggi sconosciuto. La seconda stanza racconta la storia di Naaman il Siro. Datato intorno alla metà del XVI secolo, il ciclo è ad oggi di dubbia attribuzione. L'unica stanza di cui si conosce con certezza l'autore è l'ultima, quella dedicata alla parabola del figliol prodigo, firmata da Aurelio Busso.

 

Una sera d'estate

Della villa si nota la cura, ma ancor di più i colori vivaci, gli scorci suggestivi che saranno il preludio di una bella sera d'estate. Le visite, della durata complessiva di circa un’ora ciascuna, si terranno dalle ore 18:00 alle ore 22:45 in microgruppi. Si svolgeranno anche in caso di pioggia. Per evitare assembramenti, i partecipanti prenotati sono pregati di presentarsi all’orario prescelto e confermato, indossando la propria mascherina protettiva, mantenendo le distanze prescritte e attenendosi alle indicazioni date dai volontari Fai per la sicurezza di tutti.

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