Sabato 21 giugno, la sala Frate Agostino da Crema del museo civico, ha fatto da cornice ad una conferenza dal titolo Duelli e mestieri delle armi: scherma storica nel cremasco. Un’iniziativa curata dal gruppo cremasco l'Araldo in collaborazione col Touring Club Crema, con il patrocinio comunale. Anna Maria Messaggi, console del Touring club di Crema ha espresso soddisfazione per tale tematica, di sicuro interesse, ringraziando il pubblico convenuto. Mario Cassi ha voluto rimarcare che è la prima volta, in territorio cremasco che si discute e ci si confronta con tale argomento; ha quindi introdotto il relatore, Stefano Persico, esperto in materia, ed ha menzionato la figura di Antonio Riboli, cremasco, celebre duellante locale, già consigliere comunale, nato nel 1834 nel comune di San Bernardino.
L’esperienza di Persico
Riboli costituì una figura rilevante che partecipò nel 1860 alla spedizione garibaldina dei mille; esiliò in Svizzera per problemi giudiziari, e, successivamente, venne reintegrato in servizio. Morì nel 1913, dopo essersi ritirato, in veste di agricoltore nelle sue terre; venne insignito della Croce di Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia. Stefano Persico, ingegnere, strettamente legato alla pratica delle arti marziali ed a tutto ciò che gravita attorno all’universo della scherma, ha ringraziato il pubblico, il Museo Civico Cremasco per l’accoglienza, nonchè l’Araldo e il Touring Crema per l’invito ricevuto. Persico ha illustrato al pubblico le sue esperienze, dall’ esordio nel campo delle arti marziali avvenuto nel 2014, alla scherma Majistro Re nel 2018, fino al conseguimento della qualifica d’istruttore nel 2022; ha altresì illustrato i migliori piazzamenti ottenuti nelle diverse discipline contemplate dalla scherma.
I tre rami della disciplina
La scherma storica s’articola in tre rami: lo sport, la rievocazione storica e le arti marziali. In buona sostanza, essa è concepita come un’ unione tra le arti marziali, lo sport ed il contesto storico, quest’ultimo inteso come elemento folkloristico, quale una sagra di paese. Ai giorni nostri, abbiamo una quantità d’attrezzi tali da consentirci di praticare la scherma in modo sicuro, grazie alla tecnologia che concorre a rimuovere alcune restrizioni della scherma olimpica introdotte per ragioni di sicurezza: la pedana monodimensionale, l’elettrificazione e la convenzione, ossia il diritto alla risposta. Scopi diversi hanno portato a limitazioni marziali: tecniche limitate, attinenti alla sicurezza; coreografie scenografiche attraenti agli occhi del pubblico; armi esteticamente simili a quelle storiche, ma fisicamente diverse per peso e rigidezza.
L’arma bianca più nota
La scherma storica mira ad affinare la pratica grazie a tre tipi di fonti storiche: i reperti, le fonti scritte e l’archeologia sperimentale. Per quanto attiene ai reperti, la spada è l’arma bianca più nota, nonostante sia da sempre secondaria sui campi di battaglia. Gli elementi di cui essa si compone sono rappresentati dal pomolo, dal manico-impugnatura, dalla guardia, dalla croce, parte della lama che taglia e dallo sguscio che rende la spada rigida, senza aumentare il peso. La spada longobarda, prima spada del territorio, trasse origine dalla "spatha" romana, arma usata dalla cavalleria a partire dal terzo secolo d.c., un’arma da taglio sbilanciata verso la lama. Il corredo funerario dei longobardi di alto rango includeva gioielli comuni, lance e scudi rinvenibili presso i territori comunali di Offanengo e Castel Gabbiano.
Vari scritti sul tema
Per quanto riguarda le fonti scritte, i testi sono in forme varie, dal dialogo al saggio, ma, allo stesso tempo, racchiudono temi simili. Nell’ambito dell’archeologia sperimentale, la sala di scherma storica rappresenta il luogo ideale ove confrontarsi e sperimentare le tecniche dei maestri. Le armi su cui vengono concentrate le attenzioni sono: la spada d’arme, la spada da lato, la striscia, la spada a due mani, la sciabola e la lancia. Le fonti scritte secondarie mettono in risalto il duello, concepito nel mondo germanico come risoluzione delle controversie, mentre nel periodo rinascimentale, l’illuminismo e il codice civile Napoleonico (1810) accantonarono il duello come una stravaganza dell’aristocrazia decaduta. Nel 1875, pochi anni dopo la sua nascita, la Repubblica Italiana approvò una legge contro il duello. Il secolo del 900 abbandonò a piccoli passi questa pratica, seppur ancora presente nelle cronache. Mario Cassi ha omaggiato Stefano Persico, donandogli un libro dedicato alla città di Crema , intitolato “Mirabilia Crema”.