03-07-2022 ore 20:30 | Cultura - Crema
di Gloria Giavaldi

Un documento racconta i servizi educativi di Crema: 'un investimento per il domani'

“Un seme che possa mettere radici a partire dai servizi educativi della nostra città”. Così viene definito dalle stesse autrici Emilia Caravaggio (coordinatrice della scuola dell'infanzia Casa dei bambini Iside Franceschini), Silvia Fiorentini (coordinatrice asilo nido comunale sede di via Braguti, Barbara Fioroni (coordinatrice asilo nido ats Impronte sociali) e Sara Posatini (coordinatrice asilo nido comunale sede di via Braguti) il documento di recente realizzato dai servizi educativi comunali in coprogettazione con ats Impronte sociali per riflettere sullo stato attuale delle cose e sviluppare “il nuovo regolamento comunale dei servizi 0-6 anni”. Dovrà garantire una continuità educativa d'intervento.

 

Bambini protagonisti

Il documento è stato redatto con la supervisione della pedagogista Sabina Gandellini. La copertina (di lato) è stata realizzata da Ottavia Cremonesi. Alla base vi è l'idea montessoriana della centralità della personalità del bambino, non un contenitore da riempire di contenuti, ma il protagonista di un'esperienza, da ascoltare e valorizzare in quanto tale. Da qui poi l'intenzione è quella di “ sviluppare un tavolo territoriale che metta in comune buone prassi, individui strumenti di lavoro condivisi e promuova percorsi formativi che tengano conto della complessità del mondo dell’infanzia e della famiglia contemporanea”. Secondo quanto riportato nella delibera n.94/2022 con cui la giunta ha preso atto del documento è necessario “narrare il sapere della cura dell'infanzia a partire dalle molteplici e diverse voci coinvolte nella relazione educativa: quelle delle educatrici degli asili nido comunali, quelle delle maestre della scuola dell’infanzia comunale e quelle dei bambini e delle bambine che vivono le esperienze negli ambienti educativi della città di Crema”.

 

Continuità d'intervento

Nelle quarantasei pagine di cui si compone l'elaborato, oltre ai tecnicismi, trovano spazio alcune immagini ed esperienze di vita quotidiana. Di quelle giornate che iniziano lente nei gesti e sono rassicuranti nella ritualità. Di quella fiducia che anima la relazione educativa e che si genera piano, attribuendo ai piccoli un ruolo da protagonisti. Ad ognuno di loro è riconosciuta e garantita la libertà di scelta “delle proposte e dei materiali”. C'è poi l'attimo in cui sperimentare e nel quale acquisire consapevolezza con il taglio del pane, con il coltello. È il momento per respirare la fiducia dell'altro riposta in noi e la fiducia in noi stessi. Giunge poi l'esperienza dell'errore, “supportata nella relazione educativa”: è un momento di resilienza. La consapevolezza e l'autocorrezione “generano un senso di responsabilità”. In questo percorso di crescita “condivisa e non divisa” l'educatore diventa una base d'appoggio per generare un sano protagonismo. L'intento è quello di assicurare una continuità, in modo tale che i piccoli nel passaggio tra asilo nido e scuola dell'infanzia trovino quanto hanno già sperimentato, si sentano al sicuro anche in un ambiente diverso.

 

'Un investimento sul futuro della città'

Come spiega l'assessore al welfare Michele Gennuso: “questo documento è frutto del lavoro condiviso di anni da parte del personale educativo comunale e del personale educativo di ats Impronte sociali. Mira a creare un approccio condiviso. È fondamentale perché quando si apre una scuola dell'infanzia o un nido non si apre solo un edificio con un numero di posti, ma ci deve essere una progettualità per l'educazione dei piccoli nella quotidianità. Per l'approccio montessoriano non è solo rilevante impartire contenuti di carattere culturale, ma anche fornire ai bambini e ai ragazzi la capacità di risolvere le situazioni della vita e di mettersi in gioco. C'è una dimensione emozionale e cognitiva che deve entrare nella didattica. È un valore aggiunto che come comune stiamo conferendo all'offerta formativa della nostra città. Un investimento di cui si parla poco, ma che di fatto si traduce in un investimento sul futuro della città”.

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