03-05-2015 ore 17:08 | Cultura - Mostre
di Stefano Zaninelli

Museo civico. Cento confezioni di latta per raccontare la storia dell’Italia. Tentazioni in scatola, l’esposizione fino al 26 luglio

“Questa non è solo una mostra, è ben altro: rappresenta la valorizzazione delle splendide sale del museo e si pone come il connubio tra Expo e la nostra tradizione cremasca”. Così Paola Vailati ha introdotto l’inaugurazione di Tentazioni in scatola, l’esposizione di alcuni pezzi della collezione privata degli allestitori: Dolores Denti ed Attilio Bianchi.

 

La collezione

Disseminate tra i preziosi reperti e quadri della sezione museale, un centinaio di scatole fanno bella vista di sé racchiuse nelle teche di vetro. Scatole di ogni genere: grandi, piccole, verticali, orizzontali, per biscotti e dolciumi vari, tutte rigorosamente in latta e cromolitografate. Ogni confezione è accompagnata da un biglietto che ne indica la data e il nome dell’artista che ha firmato il disegno. Un centinaio di opere d’arte d’uso quotidiano, tra il 1860 ed il 1940, il cui fascino, oggi, è direttamente proporzionale alla loro rarità.

 

Le scatole, l’Expo ed il cibo

Nelle teche installate al museo, si scorge anche una scatola protagonista dell’esposizione universale del 1906 a Milano, disegnata da Luigi Rossa. “Rimanendo sul tema dell’Expo 2015 – ha spiegato Dolores Denti – abbiamo pensato di esporre solo scatole che contenessero cibo, come biscotti e torrone. Abbiamo anche deciso di fare un piccolo confronto tra ieri ed oggi: grazie alla collaborazione delle pasticcerie cremasche, abbiamo aggiunto alle scatole le ricette di alcuni dolci, assieme alla loro carta d’imballaggio”.

 

Una delle scatole esposte (foto © Cremaonline.it)

 

Opere artistiche

“Anche se a prima vista potrebbe sembrare, non si tratta solo di scatole: portano con sé la storia – ha aggiunto Dolores – la nostra capacità d’inventiva, l’abilità nel fare le cose. In qualche è anche la storia dell’industria italiana, che in quel periodo ebbe la sua diffusione. Dietro alle scatole c’è anche il significato del lavoro litografico, realizzato sulla banda stagnata: un mestiere che all’inizio era tipico della regione ligure ma che poi ha trovato esponenti anche nel resto d’Italia”.

 

Un mondo dietro

“Le decorazioni delle scatole portano le firme di alcuni grandi artisti di quel tempo: da Marcello Dudovich a Leonetto Cappiello, passando per un altro conosciutissimo pubblicitario, Gabriele D’Annunzio, che coniò alcuni dei nomi più celebri tra cui Saiwa (Società anonima italiana wafer e affini). Queste scatole raccontano anche alcuni degli avvenimenti di quel periodo, come la salita al trono dei reali, la firma dei Patti lateranensi e le nomine dei Papi. Questo – conclude Dolores Denti – dimostra che non sono solo confezioni, packaging come lo chiamiamo oggi, ma che dietro ad ogni scatola c’è un intero mondo”.     

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