03-03-2018 ore 18:25 | Cultura - Incontri
di Tiziano Guerini

Migrazione, le cause. Ceravolo: conoscenza e cooperazione. Sviluppo, non sfruttamento

Migrazione e sviluppo: è possibile agire sulle cause del fenomeno migratorio? Al quesito ha risposto l’ex sindaco e presidente Coopi Claudio Ceravolo durante il secondo appuntamento dei percorsi di educazione alla cittadinanza proposti dall'unità pastorale di san Bartolomeo e san Giacomo. Quanti sono immigranti nel mondo? Il dato è stabile nonostante l’incremento demografico. Si calcolano in 258 milioni pari al 3% di tutta la popolazione mondiale.

 

Quali sono i Paesi che ospitano più immigrati?

Stati Uniti, Arabia Saudita, Germania, Russia, Inghilterra. L'Italia ne ospita 6 milioni. Erano 2 milioni nel 2000. Questo spiega, almeno in parte, come il fenomeno sia percepito dai cittadini italiani con molta maggiore intensità di quanto non sia nella realtà. Si crede erroneamente che gli immigrati siano il 30% della popolazione, quando in realtà il dato non supera l' 8-9%, anche aggiungendo gli irregolari di cui esistono solo delle stime.

 

Qual è l'origine degli immigrati ?

Sul piano mondiale la provenienza degli immigrati riguarda nell'ordine: l'Asia, l'Europa, l'America Latina e vede solo al 4° posto l'Africa. Il fenomeno globale si svolge prevalentemente all'interno della stessa realtà geografica: asiatici che si spostano in Asia, europei in Europa, gli africani nei Paesi dell'Africa. Ad esempio gli Eritrei immigrati sono circa 460.000 di cui ben 300.000 restano in Africa. Tutti i Paesi ne sono interessati e l'Italia non è certo ai primi posti.

 

Migrazioni, cause e soluzioni

Le cause principali sono la ricerca di maggior benessere, salute, libertà, la fine delle guerre, condizioni climatiche più favorevoli. Il fenomeno migratorio ha molte cause e non sono i più sfortunati a lasciare le loro case. Per partire dal proprio paese pare servano almeno 5.000 dollari, una cifra che ben pochi hanno. Aiutarli a casa loro” ha qualche fondamento? È provato che lo sviluppo non diminuisce l'emigrazione, anzi potrebbe addirittura incrementarla: lo sviluppo porta a maggior consapevolezza della propria precarietà. Aumentano gli stimoli e le disponibilità per partire.

 

Lo sviluppo e l’aumento demografico

Se un Paese esce dalla condizione di sottosviluppo, molteplici sono i fenomeni sociali che ne conseguono, ma soprattutto si verifica un sensibile aumento demografico. Questo è il vero problema. Si calcola che la popolazione africana, che ora assomma a 1 miliardo di persone, nel 2050 sarà raddoppiata e arriverà a 4 miliardi nel 2100. E i posti di lavoro? Ecco perché la risposta più interessante sarà la realizzazione in Africa di grandi infrastrutture: viabilità, ferrovie, dighe. Inoltre lo sviluppo della agricoltura, data l'enorme ricchezza di terre stabili. Il tutto nel rispetto dell'ambiente e dei diritti dei lavoratori.


Cooperazione internazionale

Dato il contesto è necessario che la politica fermo le guerre, aumenti gli sforzi economici per la cooperazione internazionale, aggredire la povertà, la fame e aumentare la giustizia e i servizi sociali. Esiste in Europa un Fondo fiduciario di emergenza che supporta il salvataggio in mare, l’accoglienza, l’assistenza umanitaria, la creazione di opportunità di lavoro. Eppure non tutti i Paesi sostengono adeguatamente questo fondo. Il rimpatrio forzato degli ‘irregolari’ spesso fallisce: è causa di frustrazione. Chi lo subisce reagisce, se può, cercando di ripartire prima possibile. Le rimesse economiche degli immigrati, cinque volte di più di quanto viene dagli aiuti internazionali, è il primo motore di sviluppo dei Paesi d'origine. È molto più efficace fare opera di conoscenza e di informazione di quanto in realtà si trova emigrando: non il paradiso ma spesso incomprensione e sfruttamento.

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