Il culto dei defunti fondamento della civiltà. Per i cristiani messa e carità sono testimonianze autentiche del ricordo dei nostri cari
La civiltà è nata con il culto dei defunti: monumenti - ad esempio le piramidi - riti, sacrifici, preghiere, hanno sempre accompagnato la storia dell'uomo verso i familiari passati dal tempo alla riva dell'eterno. Anche il diritto romano, molto sensibile al rispetto delle persone, ha sintetizzato l'onore ai defunti con l'espressione: "parce sepulto", rispetta il trapassato. Gesù di Nazareth ha sentito molto forte il dolore delle famiglie colpiti da lutti, tanto che, senza essere richiesto, ridona la vita ad un giovane figlio unico di madre vedova, che così può godere l'intimità e la dolcezza della vita di famiglia.
Le messe Gregoriane
Davanti alla tomba dell'amico Lazzaro, l'evangelista Giovanni, testimone diretto, scoppia in pianto e restituisce il fratello a Marta e a Maria. Lui stesso passerà attraverso il dramma della morte che per amore vincerà il mattino della Pasqua. Con questa fede la chiesa ha sempre ricordato i defunti, certa che il signore della vita li avrebbe portati sempre con sé nell'eternità. E' stato soprattutto il papa Gregorio Magno (1590-1604) che ha proposto non soltanto il ricordo dei morti in ogni messa, ma ha proposto la celebrazione di trenta messe di seguito, chiamate da lui gregoriane.
Il ricordo dei santi e dei defunti
La chiesa orientale celebra il giorno dopo le dodici grandi feste annuali il ricordo dei defunti, mentre la chiesa latina dedica il 2 novembre al ricordo di tutti i defunti, i santi del nostro focolare domestico. Sono certamente espressioni di finezza fiori e luci che adornano le tombe nei cimiteri in questi giorni, ma per i credenti il fondamento della memoria è la messa nella quale Gesù rinnova la sua vittoria sulla morte unendo tutti coloro che hanno vissuto intimità di focolare domestico e sono ora dall'altra parte della vita.
La carità
L'espressione più vera resta poi la carità, con la quale si continua ad aver cura dei nostri cari verso le persone più povere. Oltre la celebrazione delle tre messe che ogni sacerdote oggi può celebrare, in Cattedrale da anni è proposto il cesto della provvidenza con l'invito a ricordare i propri defunti in questo Ottavario (1-8 novembre) con particolare attenzione ai bisognosi che poi la San Vincenzo parrocchiale durante l'anno sosterrà nelle varie necessità.