02-05-2023 ore 20:43 | Cultura - Mostre
di Paolo Emilio Solzi

Crema di Bellezza, una mostra sulle eccellenze del mondo industriale e artigiano cremasco

“La bellezza è la naturale aspirazione del genere umano. Motore instancabile dei suoi desideri”: così Renzo Piano definisce la bellezza a tutto tondo. Nella mostra Crema di Bellezza, visitabile fino al 4 giugno 2023 presso la Fondazione San Domenico di Crema, si ammira il mondo industriale e artigiano locale, i cui prodotti si sono distinti non solo per le qualità tecniche ma anche per la loro eleganza.

 

Una trama di tessuti pregiati attraversa il cremasco

All’ingresso i visitatori vengono accolti dalla musica riprodotta automaticamente da un organo Tamburini. Il percorso inizia nella galleria ArTeatro. Un filo di lino conduce dall’antica Confraternita degli Umiliati dei SS. Giacomo e Filippo fino al linificio Maggioni & C., con Crema sempre protagonista per la filatura fino al dopoguerra. Su un particolare manifesto leggiamo lo Statuto dei Battilana di Soncino, uno Statuto dei Lavoratori ante litteram approvato da Luigi XII il 12 maggio 1511, nel quale si regolamentavano il salario, le modalità di pagamento e altre condizioni contrattuali decisamente avanzate per quei tempi. Tolto qualsiasi abuso sugli operai, a Soncino si produceva un lino “migliore di quello delle Fiandre”. Si continua con altre storie legate ai tessuti che valorizzano singole persone. Stefanina, sarta di Ripalta Cremasca, realizzava vestiti da sposa molto ricercati. Giungiamo quindi a due realtà più grosse: Magil e CIEFFE Milano di Soncino. La prima è una storica azienda di creazioni per bambini di enorme successo, non più cremasca ma ancora attiva in Italia. La seconda, cresciuta a Soncino dal 1985, produce abiti di alta moda ed è un punto di riferimento per stilisti italiani e stranieri.

 

La pubblicità diventa arte all’inizio del Novecento

Proseguendo la visita, si incontrano numerose curiosità. Anzitutto una pregevole raccolta di ricevute di pagamento dei primi decenni del Novecento. Parecchi artigiani e piccole aziende cremasche, come la floricoltura Zappelli, le avevano impreziosite con illustrazioni liberty e déco. È possibile vedere anche una serie di etichette e pubblicità di latterie del nostro territorio, che oltre alla bontà ricercavano la bellezza delle confezioni e dei marchi. Notevole la zona dedicata alla Galbani, storica azienda di Casale Cremasco, dove troviamo alcune pubblicità della prima metà del Novecento, commissionate ai più importanti creativi dell’epoca. Si scorgono infine due meravigliosi organi della Pontificia Fabbrica d’Organi Tamburini, che dal 1893 si fregia del titolo di primo stabilimento italiano per la lavorazione di tutte le parti degli organi. Crema gode dell’appellativo di “Città dell’arte organaria”. Nelle chiese e nei conservatori di tutto il pianeta risuonano strumenti costruiti dalle nostre fabbriche. Un’altra sezione della mostra è destinata al Compasso d’Oro, voluto da Gio Ponti nel 1954: il più autorevole premio mondiale per il design è stato vinto anche da aziende locali come Olivetti, Alpa e ICAS.

 

Gli architetti artisti in Sala Bottesini

Al primo piano, la Sala Bottesini è riservata agli architetti artisti. Marius Stroppa di Pandino (1880-1964), indimenticato genio poliedrico, si è occupato di architettura, arredi e macchinari nello stile di Leonardo da Vinci. Il suo estro nell’inventare soluzioni avveniristiche per edifici e città lo rese uno dei progettisti più richiesti dagli architetti di grido, anche se non poté mai firmare un suo progetto. Fantastica l’autolibreria, veicolo dalle futuristiche linee aerodinamiche: una libreria viaggiante che negli anni Trenta si aggirava per Milano pubblicizzando l’editore Rizzoli. Si passa poi ad architetti contemporanei, autori di soluzioni innovative per aziende del circondario di Crema, come le farfalle della Omnicos, il triangolo di vetro della ICAS e il diamante nero della Chromavis. Sono esposte anche una decina di macchine da scrivere dell’Everest e dell’Olivetti, nate in un polo produttivo progettato negli anni Sessanta da Edoardo Vittoria e Marco Zanuso (le coperture sono state affidate a Renzo Piano). La mostra si conclude con il ricordo di due figure ormai scomparse, Beppe Ermentini e Amos Edallo: scultori, pittori e poeti, oltre che stimati architetti, le cui opere trasmettono una visione della loro genialità e, a tratti, del loro senso dell’umorismo. Lo storico dell’economia Carlo M. Cipolla scriveva: “Gli italiani sono abituati, fin dal Medioevo, a produrre, all’ombra dei campanili, cose belle che piacciono al mondo”. Crema di Bellezza e il relativo catalogo dimostrano che il nostro territorio non fa eccezione.

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