01-05-2019 ore 15:56 | Cultura - Arte
di Intrecci+

Aprosdoketon: sopra il palco di Alice sale Flavio Oreglio e prende tutti in contropiede

L'ultimo e atteso appuntamento della prima rassegna Intrecci+ ad Alice nella città non poteva che culminare con uno spettacolo di grandissima intensità, ricco di comicità e storia del cabaret. Sul palco, grande mattatore, Flavio Oreglio, nato come musicista nei pub dei Navigli milanesi e maturato come comico sul palco di Zelig nei primi anni duemila. Con il supporto del musicista e intervistatore residente Umberto Bellodi, con cui arriva a formare spontaneamente un sorprendente duo, Oreglio ha esordito con il nostalgico ricordo di aneddoti legati alla sua infanzia, unendo vita biologica e vita artistica per celebrare un trentennale di carriera i cui festeggiamenti, tradotti in un intenso lavoro editoriale, durano ormai da quattro anni. Dai suoi libri più famosi (su tutti Il momento è catartico e Ridendo e sferzando) il cabarettista trae i passaggi più esilaranti, non mancando di omaggiare i suoi maestri del Derby Club con un memorabile tributo a Walter Valdi con l’arrangiamento di Ma poi. La performance alterna in modo fluido una situazione informale tipica da salottino ed attimi di riflessione sul concetto di comico e i suoi meccanismi, con citazioni esperte che arrivano a toccare la corrente francese degli Hydropathes, le cui creazioni hanno ispirato le ben note poesie catartiche. Riflessione, umorismo, comicità poesia… a tenere l’affollatissima sala di Alice costantemente sull’attenti e avida delle parole dell’artista milanese è in sintesi la cosiddetta aprosdoketon - la sorpresa, come spiega Oreglio stesso - chiave della sua comicità e della sua poetica, giocata sul prendere in contropiede lo spettatore.

 

Ricerca e sperimentazione

È proprio attraverso questa capacità di disattendere le aspettative che Oreglio riesce a raggiungere il suo scopo: raccontare, insegnare, far riflettere, suonando una chitarra e provocando la risata, trasformando persino delle nozioni di geometria in qualcosa di esilarante. Personaggio essenziale, come il palco sul quale si esibisce, di grande moderazione ma allo stesso tempo sicuro di sé, della propria arte e della reazione che in anni di carriera sa di poter suscitare sul pubblico, Flavio Oreglio ha utilizzato tutte le sue armi e la sua esperienza di cantautore, poeta, sperimentatore, ricercatore. Ad un tratto sul palco non c'è più solo l'artista, ma accanto a lui riecheggia la presenza dei grandi nomi degli archivi del teatro-canzone italiano: l'immenso Giorgio Gaber, l'ispiratore Walter Valdi, la follia di Renato Pozzetto, Janacci, Ponzoni…

 

Il lavoro collettivo

Il pubblico lo ricompensa con una richiesta di bis e con applausi per minuti interminabili. Oreglio conquista Alice ed Intrecci+ si conclude nel migliore dei modi, o per meglio dire si prende un periodo di pausa, per tornare con una programmazione tutta nuova a settembre. Questa recensione è frutto del lavoro collettivo dei partecipanti al laboratorio Intrecci+, finanziato da Fondazione Cariplo. Sara Achahboune, Giorgia Cubeddu, Eldar Erinaldi Stringhi, Greta Nembri e Gianmarco Severgnini gli autori di testo e fotografie, guidati dall’insegnante Linda Confalonieri (Nouveau Danse Etoile) e dai formatori di Alice nella città.

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