31-12-2014 ore 16:35 | Cronaca - Crema
di Andrea Galvani

Crema. Si è spento Luciano Canavese, aveva 86 anni. Sportivo e imprenditore di successo, ha segnato un'epoca

Il mondo dell'imprenditoria cremasca è in lutto. Dopo una lunga malattia si è spento all'età di 86 anni Luciano Canavese. Nato a Milano nel 1928, dopo i bombardamenti del 1943, la famiglia decide di trasferire l'officina a Crema, in via Piccinardi, nel garage Passeri. I Canavese, sfollati, vengono ospitati nel palazzo Terni. Il padre Giovanni muore nell'agosto del 1947, quando Luciano ha 19 anni ed è una promessa del ciclismo; sua sorella Graziosa ha invece 13 anni. Entra nell'azienda e, dopo le difficoltà incontrate nel periodo post bellico, modifica i torni e realizza l'alesatrice La Canavese, per i cilindri della Topolino, la prima utilitaria della Fiat. Nel 1953 affianca alla produzione dei torni a revolver il primo modello di tornitrice con dispositivo oleodinamico a copiare.

 

Il successo internazionale

Le produzioni Canavese si fanno apprezzare in tutto il mondo, collabora con i grandi marchi internazionali, dalla Ferrari alla Ford e nel 1970 opera su un'area coperta di circa 10 mila metri quadrati su un'area di 36 mila metri complessivi. Nel 1979 le macchine utensili italiane erano al quarto posto nel mercato delle esportazioni, con oltre l'8% del mercato internazionale. All'inizio degli anni '80, per favorire l'occupazione giovanile viene fatto ricorso alla legge 285; come scrive Antonio Grassi su Ipotesi 80 nel dicembre del 1980, la Canavese “gode di ottima salute”, “occupa 243 persone” e “produce torni di altissima qualità che vengono esportati in tutto il mondo”.

 

La crisi spiazza tutti

Un anno dopo inizia la crisi, la concorrenza si fa spietata e coglie tutti impreparati. L'azienda dal 1982 è in amministrazione controllata, inizia la Cassa integrazione straordinaria, che durerà fino al 1984. In azienda rimangono una ventina di persone, tutti gli altri hanno trovato lavoro presso altre aziende o in proprio. La Canavese Italiana spa va all'asta per fallimento nel gennaio 1992; nel giugno del 1992 subentra la Bassano Grimeca, Luciano Canavese resta come consulente tecnico fino al 2000. Il 16 settembre del 2004 l'azienda si trasferisce a Ceregnano, nel settembre del 2006 gli uffici di via Martini, nel quartiere di San Bernardino, rimangono vuoti. La sua vicenda è raccontata nel volume Un Gioiello di tornio, il mondo Canevese, scritto da Anna Maria Zambelli, Walter Bianchessi ed Antonio Vailati per il Centro di Ricerca Alfredo Galmozzi.

 

 

La passione per lo sport

Luciano Canavese ha debuttato con l’Unione Ciclistica Cremasca nel 1946. Atleta di talento per la specialità della pista negli anni del dopoguerra è stato protagonista nei velodromi di tutta Italia. Nell’inaugurazione post bellica al Vigorelli a Milano, Canavese ha ottenuto un secondo posto. L’anno successivo a Masnago, in provincia di Varese, ha conquistato il titolo di Campione lombardo di velocità. Dopo aver inanellato una nuova serie di successi è giunto secondo ai Campionati italiani alle spalle di Mario Ghella. La rivincita nei confronti del corridore piemontese è arrivata qualche mese dopo nella Coppa Adriana.

 

Rammarico Olimpico

Sempre nel 1947 ha conquistato il Giovedì Cremasco, competizione su pista nella quale settimanalmente si sfidavano i più forti campioni della specialità: inseguimento, velocità e inseguimento a coppie. Nel 1948 è arrivato al Vigorelli in semifinale al Campionato Italiano dietro a Nando Terruzzi. Selezionato per disputare le Olimpiadi di Londra non ha preso parte alla rassegna per un disguido burocratico. Ritiratosi giovanissimo dall’attività agonistica si è dedicato all'azienda di famiglia. Il funerale si svolgerà venerdì 2 gennaio, alle ore 9.30, presso la chiesa di San Bartolomeo dei Morti, a Crema. La tumulazione si svolgerà nel cimitero di San Bernardino. (si ringrazia Francesco Jacini per la collaborazione)